PERUGIA – La Direzione nazionale del Pd, nella tarda serata di lunedì, chiude il cerchio sulle candidature in vista delle elezioni politiche. Nonostante il pressing del segretario regionale e di una parte cospicua del Pd umbro l’operazione di spostare il tesoriere nazionale Verini in un altro collegio non riesce. Uno smacco non da poco per Bori. E così alla fine la composizione è questa: Walter Verini resta capolista al Senato con la perugina Manuela Pasquino al secondo posto; alla Camera Anna Ascani (capolista anche in Toscana) sarà davanti dal al setario provinciale di Terni Pierluigi Spinelli e Claudia Giombolini dei dem di Assisi, al quarto posto c’è Lorenzo Ermenegildo Zurli di Omphalos. Una novità questa, voluta dal segretario regionale Bori che non poco si è speso.
Nei collegi uninominali
Nei tre collegi dell’uninominale, all’Umbria 1 la spunta il segretario dell’Unione comunale del Trasimeno Stefano Vinti; all’Umbria 2 tocca invece al segretario regionale del Psi Federico Novelli, mentre al Senato ci sarà l’ex sindaco di Narni Francesco De Rebotti. Giochi fatti: le candidature andranno infatti depositate tra il 21 e il 22 agosto. Tutto a posto? Non proprio perché nel Pd umbro non pochi puntano il dito contro la gestione delle liste fatta dal segretario Bori e dagli uomini a lui vicino. Polemiche che si trascineranno per diverso tempo.
Proposta depotenziata
Sulle liste questo il commento, poco soddisfatto, del segretario regionale Bori: “Il Partito Democratico dell’Umbria, in maniera unitaria e compatta, ha chiesto rinnovamento nella rappresentanza, radicamento nei territori e riconoscibilità delle candidature. Tenere insieme un processo di cambiamento simile, con un’emergenza elettorale, non è un’operazione facile: la riduzione del numero dei parlamentari, la mancanza di una coalizione solida e i meccanismi richiesti della legge elettorale hanno nelle scorse ore reso molto complicata la chiusura delle liste, chiedendo una dose ulteriore di impegno e sacrifici a tutti.
Poi il passaggio più interessante: “Penso però che, complessivamente, la comunità democratica dell’Umbria abbia presentato a Roma una buona proposta, in parte depotenziata – dobbiamo dircelo – dalle decisioni del Nazareno. Abbiamo raccolto e sostenuto le tante voci che iscritti e militanti, amministratori e dirigenti ci hanno fatto pervenire e ne abbiamo sostenuto le ragioni. Solo in parte ascoltate.Di tutto questo avremo modo di parlare dal 26 settembre, perché ora la priorità è un’altra: non ho dubbi però sul fatto che in modo plurale e condiviso riusciremo a condurre una campagna elettorale “ventre a terra” proprio perchè forte è la convinzione in tutti noi che il 25 settembre sarà una tappa importantissima per il nostro Paese”. Insomma, lo stesso Bori ammette, che non tutto è andato come doveva andare.