TERNI – Un dossier su alcuni dei temi definiti di “particolare rilevanza” per il tessuto produttivo umbro è stato sottoposto venerdì al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso da una delegazione di imprenditori del Consiglio generale di Confindustria regionale. Lo hanno fatto in occasione di un incontro nella sede di Terni dell’associazione degli Industriali All’iniziativa hanno preso parte anche la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, l’assessore regionale allo Sviluppo economico Michele Fioroni, il sottosegretario al ministero dell’Interno Emanuele Prisco e Franco Zaffini, presidente della commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale .
Il dossier parte dalla “sempre crescente difficoltà di accesso al credito di imposta per ricerca e innovazione fino alla richiesta di una maggiore dotazione finanziaria per l’area di crisi complessa Terni-Narni, anche alla luce dei numerosi piani di sviluppo industriale presenti nella zona”.
Ex Basell
È stato inoltre sottoposto alla valutazione del ministro per un eventuale supporto economico, il progetto per il rilancio del Polo chimico, e in particolare dell’area ex Basell, attraverso la creazione di un nuovo sito produttivo decarbonizzato e specializzato nella bio-economia e nell’economia circolare e per il quale è stato chiesto. Altro tema cui l’Umbria è “molto sensibile” – in base a quanto emerso dall’incontro – è quello della transizione dell’automotive. Nella regione sono 145 le imprese manifatturiere che fanno parte della filiera assorbendo circa 7.000 addetti, con un fatturato di 2 miliardi di euro. Gli imprenditori hanno chiesto al Ministro di continuare a sostenere con forza in sede europea il concetto di neutralità tecnologica in virtù del quale sono rientrati, su pressione tedesca, i carburanti sintetici.
Urban Re-generation
“È necessario operare – ha sottolineato Giammarco Urbani, vice presidente di Confindustria Umbria – affinché possano essere ricompresi anche i biocarburanti, per i quali l’Umbria possiede competenze e asset nelle biomasse e, parallelamente, per sostenere con risorse adeguate le imprese coinvolte nell’enorme sforzo di riconversione industriale”. Urbani ha inoltre colto l’occasione dell’incontro per illustrare il progetto Urban Re-generation che ha l’obiettivo di creare nell’area di Terni e di Narni il primo distretto industriale italiano della sostenibilità. Attualmente al progetto, avviato nel 2019, sostenuto dalla Fondazione Carit e coordinato dal presidente della sezione di Terni di Confindustria Umbria Riccardo Morelli, aderiscono 31 imprese che hanno attuato buone pratiche in termini ambientali e sociali.
Rilancio del territorio
“In tale quadro – ha spiegato Urbani – saremmo lieti di testimoniare la nostra esperienza nell’ambito di eventuali iniziative che il ministero volesse realizzare per diffondere questa buona pratica in altri contesti nazionali che potrebbe, tra l’altro, favorire l’attrazione di talenti e l’attrazione di nuovi investimenti”. Tra le questioni portate all’attenzione del ministro anche lo studio strategico “Umbria 2032” che Confindustria Umbria ha affidato a The European House Ambrosetti per contribuire al rilancio del territorio attraverso l’analisi del posizionamento strategico della manifattura e dell’industria regionale e l’identificazione di un modello economico e di sviluppo capace di valorizzare e sfruttare le opportunità derivanti dal Pnrr. “Ci farebbe piacere presentare i risultati dello studio al Ministero – ha concluso Urbani – e valutare la possibilità di avere un supporto pubblico per la messa a terra dei progetti bandiera”.
Situazione Ast
“L’accordo su Accordo Ast è incagliato in regole Ue”, ha detto Urso, informando che presta incontrerà i sindacati. E ancora: “Sono le nuove regole europee ad aver rallentato i tempi dell’iter di sottoscrizione dell’Accordo di programma Ast, in particolare relativamente ai vincoli imposti sull’utilizzo dei fondi ministeriali. Ci stiamo confrontando con la proprietà come è giusto che sia. Quando avremo un quadro ben definito incontrerò anche i sindacati. Da parte del Ministero c’è il massimo impegno. Il futuro dell’acciaio è a Terni, Piombino e Taranto. Serve un piano nazionale della Siderurgia che incrementi la qualità in un’ottica produttiva sempre più sostenibile. Acciaio green è la grande scommessa, l’Europa deve fare la sua parte contro quei competitor che non rispettano certi standard”.