Treofan, proclamato lo sciopero dopo l’ultima assemblea
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Un manifestazione degli operai della Treofan
TERNI – Stato di agitazione, blocco degli straordinari e un primo blocco di sciopero di otto ore. Questo quanto deciso dai sindacati dopo l’ultima assemblea che ha messo di fronte lavoratori e azienda. La decisione è stata presa dalle segreterie nazionali e territoriali Filctem Cgil, Femaca Cisl e Uiltec Uil, con le Rsu, dopo l’incontro via web tenuto martedì.
La scelta “In data 9 giugno – scrivono in una nota i sindacati – si è tenuta via web un’assemblea con i 150 lavoratori dello stabilimento di Terni. La discussione è stata molto animata ed è emerso il disappunto e la rabbia dei lavoratori intervenuti, che di fronte alle continue promesse dell’amministratore delegato Manfred Kaufmann sulla strategicità dello stabilimento per i progetti Treofan /Jindal, vedono negarsi sistematicamente incontri promessi e risposte chiare per il futuro, come stabilito nell’ultimo incontro al Mise durante il quale si era concordato un incontro tecnico in azienda e la presentazione per iscritto di un piano industriale per lo sviluppo dello stabilimento di Terni. Inoltre, continua il depauperamento degli ordini dei film speciali nati e prodotti da sempre a Terni, che vengono dirottati all’estero, incidendo sull’equilibrio della bilancia dei prodotti italiani, in un settore strategico come quello degli imballaggi plastici alimentari. A risentire pesantemente di queste scelte del manager di Treofan è anche l’equilibrio economico dello stabilimento che, dimezzate le produzioni, rischia di vedere per la prima volta dopo anni un bilancio negativo.
Angoscia Secondo i sindacati “la preoccupazione per il futuro dello stabilimento angosciano pesantemente i pensieri delle famiglie ternane che vedono sullo sfondo lo spettro del destino dello stabilimento di Battipaglia, chiuso definitivamente e passato ad altra società. Il grande senso di responsabilità dimostrato fino a questo momento dai lavoratori in attesa di risposte è encomiabile, nonostante queste risposte sistematicamente non siano mai arrivate. Soprattutto si sentono derubati del proprio know out e del proprio futuro”.
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