Terni, in consiglio comunale sortita dell’assessore Andreani: non c’è più maggioranza, me ne vado
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TERNI – Quando l’impolitico si incacchia sono dolori. E così, alla bomba d’acqua riversatesi su Terni qualche minuto prima, si è aggiunta quella di parole che l’assessore comunale all’Urbanistica, Francesco Andreani, ha catapultato ieri sera in consiglio comunale, cogliendo di sorpresa l’intera aula. Un lampo, insomma.
Quando è toccato, secondo l’ordine del giorno, allo stesso assessore illustrare i propri punti, questi si è alzato e ha scagliato una sassata contro i consiglieri membri della prima commissione, colpevoli, a detta di Andreani, di votare sistematicamente contro i suoi atti (la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la bocciatura nell’ultima seduta dell’organismo di un fondamentale delibera sul teatro Verdi portata dall’assessore) e che dunque, di fatto, non esiste più la maggioranza in quella commissione e che così non è più possibile lavorare. Detto ciò – non senza reprimende e attacchi a questo o quel consigliere, Bartolini e Bencivenga in testa – l’assessore ha ritirato tutti gli atti di sua competenza dalla discussione e si rimesso seduto, dicendo “me ne vado”. Ci ha pensato il presidente dell’assemblea, Mascio, a trattenerlo d’imperio. Ma il putiferio ormai era innescato.
Lo stesso Bartolini (Pd) ha replicato dicendo che “è l’assessore a non saper amministrare”, mentre il residente della prima commissione, Chiappini (maggioranza) ha sostenuto l’eccessiva drammatizzazione del caso da parte di Andreani. Il pentastellato De Luca ha naturalmente chiesto le dimissioni, il forzista Fatale ha rinfacciato al sindaco una immediata verifica politica interna alla sua coalizione e alla giunta. Tutte le opposizioni scatenate, fin quando il solito capogruppo-avvocato-infermiere del Pd, Cavicchioli, è dovuto intervenire chiedendo con forza una riunione di maggioranza e la chiusura in tutta fretta dei lavori consiliare. Un’ambulanza che non è servita ad attenuare l’imbarazzo serpeggiante tra i banchi della Giunta. E non solo. Silente il primo cittadino.
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