TERNI – Il ‘mostro’ a biomasse era stato fermato nel maggio scorso da una ordinanza del sindaco di Terni che faceva seguito ad un atto dell’Usl2 che, di concerto con i carabinieri del Noe e l’Arpa Umbra, aveva temporaneamente bloccato l’impianto Terni Biomasse a Maratta, di proprietà della Tozzi Holding, avendo rilevato una serie di infrazioni e violazioni tecniche, normative ed ambientali rispetto alle autorizzazioni e prescrizioni di legge. L’ordinanza del sindaco imponeva, di fatto, all’azienda (che si difese pubblicamente) di ottemperare a quanto osservato dagli organismi preposti.
Qualche giorno fa, la stessa Arpa, preso atto delle comunicazioni aziendali sull’avvenuta messa a norma di tutti gli aspetti contestati, ha rimesso ai competenti uffici della Regione un parere favorevole alla riattivazione dell’impianto. La Regione, a sua volta, ha predisposto una determinazione in materia (la numero 8417 del 9 settembre scorso), inviandola a palazzo Spada, ma che comunque pone alcuni obblighi alla Società. Ed ora, la ‘biomassa bollente’ è nelle mani del sindaco e dell’assessore al ramo, Giacchetti. Secondo indiscrezioni di chi ha letto gli atti dell’Arpa e della Regione, il Comune non avrebbe margini reali per opporsi, stante così le cose, alla riapertura del termovalorizzatore. Anche perché, nel frattempo, la Società potrebbe mettere a conto dell’amministrazione municipale eventuali danni economici.
LEGGI LA DETERMINAZIONE REGIONALE CHE DÀ IL VIA LIBERA
Sta di fatto che, intanto, gli oppositori politici e civici si sono scatenati. Tra i primi a tuonare, alcuni consiglieri comunali del M5S. Ma non solo.
Il comitato No inceneritori. “Apprendiamo – si legge in una nota del Comitato – che a breve ripartirà l’inceneritore Ternibiomassa perché avrebbe ottemperato alle prescrizioni poste da Arpa. Dovrebbero spiegarci che fine hanno fatto quelle violazioni commesse che hanno come conseguenze ultime, maggiori e peggiori ricadute delle emissioni in termini ambientali. Si bruciavano infatti 170mila tonnellate di pulper invece delle 100mila autorizzate, e 7 tonnellate all’ora invece di 3. Si attribuivano codici diversi alle ceneri post combustione, veniva dichiarato fermo l’impianto mentre invece dal carico/scarico combustibile risultava in funzione. Se tutto questo fosse continuato indisturbato? E soprattutto, cosa che lascia davvero basiti, è verificare che Tozzi Holding ha messo in campo questo comportamento in una città in cui l’attenzione generale sul tema inceneritori è altissima. Ci chiediamo se in Procura tutto questo sia stato preso in considerazione. Intanto però chiediamo al Comune che cosa abbia intenzione di fare. Perché non raccoglie tutta la documentazione necessaria, verbali, analisi, relazioni, e non fa un esposto contro Ternibiomassa. E già che c’è renda pubblico il contenuto dell’incontro avuto in estate con uno dei fratelli Tozzi, proprietario dell’inceneritore”.
Fratelli d’Italia “Non basterà parlare della possibile riapertura dell’inceneritore Terni Biomasse – scrive il capogruppo consiliare di FDI, Marco Cecconi- per farci dimenticare che – se a Terni il M5S è komeinisticamente contrario a qualunque incenerimento – la sindaca di Roma Virginia Raggi a tutt’oggi non vede altro destino per i rifiuti della Capitale se non quello di farli bruciare fuori-città (la sua). Per i grillini, il no all’inceneritore vale solo dove sono all’opposizione? Non basterà ricordare come è perché sono stati adottati provvedimenti di sospensione dell’impianto di Terni Biomasse, se poi si sorvola sul fatto che in quei provvedimenti erano contenute alcune prescrizioni a carico della Società a cui la Società sembrerebbe aver ottemperato, caricandosi delle onerose sanzioni comminate per le irregolarità commesse. Per i grillini, la legge vale solo quando fa chiudere qualcosa oppure deve essere applicata anche quando dovesse imporre la riapertura? Non basterà impapocchiare mele e carciofi, Terni Biomasse e Virginia Raggi, per cercare di recuperare terreno e giocare a fare la parte delle vittime e degli eroi”.
Lega Nord. Il capogruppo della Lega Nord Fiorini in una nota scrive: “Ci troviamo di fronte ad una vicenda che nasconde ancora molte ombre e sulla quale dobbiamo fare una profonda riflessione. Ci rivolgiamo, dunque, al sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ed al Prefetto di Terni, Angelica Pagliuca, affinchè blocchino l’attività dell’inceneritore attivo e rimandino la riaccensione di quello spento”.