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Terni, Asm vende le quote, sindacati e opposizione sul piede di guerra

La protesta di Pd, M5S e Sc: "Fine del servizio pubblico locale, il Comune ha sempre negato la vendita". Cgil, Cisl e Uil: "Avvisati con una telefonata"

TERNI– Partita la procedura ad evidenza pubblica per  “l’individuazione di un operatore economico (partner industriale) per il rafforzamento e l’estensione delle linee di sviluppo di Asm Terni S.p.A”. L’annuncio era nell’aria ma è arrivato a sorpresa venerdì.

Tra i requisiti richiesti un patrimonio netto pari ad almeno cinque volte quello di Asm: non deve essere inferiore a 240 milioni e 251 mila euro. Le quote in vendita sono il 49% (ed almeno il 35%) così da far rimanere l’azienda partecipata del Comune a maggioranza pubblica.

L’acquirente, si legge, “dovrà rispettare le intenzioni di Asm e del Comune di Terni relativamente alla permanenza del Comune di Terni nel capitale sociale del soggetto risultante dall’operazione con una quota di maggioranza assoluta; allo sviluppo e al rafforzamento di Asm nel territorio di riferimento con particolare riferimento al perseguimento delle linee guida strategiche di Asm; al mantenimento della sede operativa e legale di Asm nel comune di Terni, così come la conservazione di tutte le strutture, mezzi e risorse, personale; alla salvaguardia occupazionale per tutto il personale dipendente e dirigente operante al momento della definizione dell’operazione nonché alla creazione di sviluppo e crescita occupazionale; alla configurazione di un modello di governance che, in linea con le esigenze pubblicistiche connaturate al servizio, garantisca al Comune di Terni la partecipazione alle decisioni strategiche relativamente ai servizi erogati nel relativo territori”.

Opposizioni. Il Pd, per bocca del capogruppo in Comune Francesco Filipponi parla di “fine del servizio pubblico locale. Ci batteremo con ogni mezzo”: Durissimo il M5S: “Come le cavallette che coprono la terra così tanto che non si può più vedere il suolo. Ecco cosa si sta rivelando la Lega a Terni. Una piaga che spazza via tutto ciò che è rimasto dalla grandine delle passate amministrazioni. Le cavallette leghiste oggi divorano ogni albero che germoglia nella campagna ternana e riempiono le case dei ternani. Dopo la privatizzazione del Sii, con le tariffe dell’acqua arrivate alle stelle e tra le più alte in Italia, adesso tocca all’Asm. Singolare che proprio la vendita del Sii doveva servire per salvare l’Asm. Adesso ci chiediamo la vendita di Asm cosa dovrebbe salvare: la multiservizi partecipata del Comune cerca partner industriali tramite un avviso pubblico finalizzato a individuare un operatore economico. Dopo l’acqua e i servizi ospedalieri, la Lega a Terni continua il processo di privatizzazione dei servizi pubblici. Non ci stupiremmo se domani cominciassero anche a privatizzare l’aria che respiriamo. Il tutto dopo aver ripetutamente negato la volontà di vedere le quote Asm”. Alessandro Gentiletti di Senso Civico non è da meno: “La cosa per me più insopportabile in politica è non rispettare la parola data e non avere il coraggio di rivendicare le proprie decisioni. Quando durante la privatizzazione delle quote di gestione dell’acqua dissi che il vero obiettivo dell’amministrazione era privatizzare Asm in tanti mi risposero che non era vero. A quella seduta il sindaco non prese neanche la parola. Quando nelle settimane scorse incalzavo ad ogni commissione gli assessori e il sindaco perché sul tema parlassero chiaro ai ternani, sentivo cambiare discorso. Oggi scopriamo che invece avevamo ragione”.

Sindacati. Le sigle sindacali unite insorgono: “Mai così in basso le relazioni in questa città. Ci sono occasioni che, come organizzazioni sindacali, siamo costretti ad affermare con dispiacere di avere ragione perché da sempre cerchiamo di essere vicino ai lavoratori e alle lavoratrici e soprattutto alla Comunità in cui le stesse operano. Cgil, Cisl e Uil avevano ragione quando in questi ultimi mesi hanno denunciato a più riprese la mancanza di relazioni con il sindaco del comune di Terni ma più in generale con l’approccio complessivo di questa amministrazione. Cgil, Cisl e Uil avevano ragione quando in questi ultimi mesi hanno denunciato a più riprese la mancanza di relazioni con il presidente dell’Asm, perfetto sconosciuto. Cgil, Cisl e Uil avevano ragione quando nell’unico incontro tenuto con l’assessore alle partecipate del Comune di Terni a palazzo Spada, avevano paventato il rischio che poi, purtroppo, si è verificato in queste ore. Senza entrare nel merito della vicenda, che verrà comunque fatto con le categorie interessate prossimamente, non è possibile venire a conoscenza dell’avviso di procedura di evidenza pubblica per l’individuazione in Asm, di un operatore economico per il rafforzamento e l’estensione di sviluppo, attraverso mezzi stampa. Questione tra l’altro successivamente confermata tramite una telefonata da responsabili Asm”.

Risponde Asm. L’azienda replica con una nota, sottolineando la volontà di fare di Terni “un hub tecnologico che proietti le competenze e l’esperienza maturata localmente, a tutto il centro Italia facendo del territorio ternano un punto di riferimento per lo sviluppo sui temi della transizione ecologica e della trasformazione digitale delle comunità del futuro”. La ricerca del partner, è finalizzata secondo Asm “all’aumento del capitale mediante conferimento di asset strategici e capitali, il tutto garantendo la permanenza della maggioranza assoluta nella disponibilità del Comune di Terni. L’operazione è stata studiata per creare le condizioni necessarie ad un miglioramento degli indici patrimoniali e di profittabilità. Riteniamo che il perseguimento di una strategia di crescita sia di fondamentale importanza in quanto garanzia della capacità di offrire servizi innovativi e di qualità a tutti gli Utenti attuali e futuri in condizioni di competitività e sostenibilità”.

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