TERNI – Una coltellata all’addome dopo una lite per una ragazza scoppiata fuori da una discoteca di via Piemonte, a Terni. Oltjan Nela, ventenne di origine albanese era morto così nella notte fra il 7 e l’8 dicembre scorso, dopo aver lottato all’ospedale per oltre 36 ore tra la vita e la morte. Quest’oggi la vicenda mette un primo punto.
Marjel Mjeshtri, il connazionale autore del crimine che aveva confessato e scelto il rito abbreviato, saltando dunque la fase istruttoria – è stato infatti condannato in primo grado dal Gup di Terni a 10 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio volontario, ma riconoscendogli elle attenuanti generiche sull’aggravante dei futili motivi. Una sentenza che ha mandato su tutte le furie i familiari della vittima, in particolare in padre, secondo il quale “Giustizia non è stata fatta”. Il pm aveva infatti chiesto la condanna del ragazzo a 16 anni.
Secondo Massimo Proietti, avvocato di Mjeshtri, “Si tratta di una sentenza equilibrata”. Il legale infatti ha sempre sostenuto che l’arma utilizzata dal giovane, un coltello, non era idonea a provocare la morte della vittima e che questa sarebbe stata la conseguenza di una “tragica casualità” durante la lite. “La pena non è alta, ma è stata confermata l’accusa di omicidio volontario- dice invece Francesco Mattiangeli che, insieme alla collega Giovanna Scarcia, assiste i familiari della vittima- Purtroppo la prevalenza delle attenuanti generiche sull’aggravante ha abbassato la pena”.