TERNI – E adesso? Adesso succede che è il tempo di fare sul serio. Di smetterla di trincerarsi dietro alibi e scuse. L’ennesima imbarazzante sconfitta della Ternana ha fatto precipitare i rossoverdi al penultimo posto. Non che le cose andassero tanto meglio prima, ma dopo 13 partite di campionato, il fatto che questa squadra non abbia ancora trovato la quadratura del cerchio, non abbia la minima capacità di gestire un doppio vantaggio e si sciolga letteralmente quando invece va sotto dovrebbe suonare come un campanello d’allarme.
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E invece no. Si continua a dire d’esser tranquilli, a chiedere tempo per un gruppo che ormai, dopo tre mesi, gli schemi del tecnico dovrebbe averli assimilati. Delle due l’una: o i giocatori non seguono le indicazioni di Carbone o quest’ultimo non è in grado di farsi capire da menti giovani e sveglie e di gestire una situazione del genere. Non c’è via d’uscita. Anche per questo, dopo una sconfitta come quella di ieri, forse la mossa migliore da fare sarebbe stata mettere sul tavolo della dirigenza rossoverde le dimissioni. Proprio perchè la società ha rinnovato il contratto a Carbone- e quindi a rigor di logica, dovrebbe avere fiducia in lui – è ora che questa venga allo scoperto e venga messa di fronte a questa situazione evidente di una squadra molle, senza capacità di reazione e spesso anche incapace di far male. Una squadra con problemi evidenti in difesa, con un attacco sin troppo ad intermittenza e che paga l’età media bassissima con ingenuità che finiscono per contagiare anche i più esperti. Mettere sul piatto il proprio contratto rinnovato, per il bene della squadra. Metterlo sul piatto anche in virtù del proprio ruolo di manager all’inglese, responsabile anche delle scelte di mercato. Perchè se la situazione di classifica è quella che è, di qualcuno la colpa deve pur essere. Certo non degli arbitri – che pure sicuramente hanno contribuito – nè della stampa che fa domande scomode e abbassa il morale sottolineando i limiti rossoverdi, evidenziati dalle varie classifiche. Nè soltanto della gioventù, perchè oltretutto quest’anno i giovani sono veramente di grande prospettiva e se supportati da un gruppo, possono essere il valore aggiunto, non certo la zavorra.

Interrogazione in Consiglio comunale. La società non parla pubblicamente da quest’estate – quando con una lettera ai tifosi attaccò Panucci – e non fa una conferenza stampa con i media locali dallo scorso 15 dicembre. Anche per questo la vicenda rossoverde è approdata persino in Consiglio Comunale. Il consigliere di Forza Italia Francesco Ferranti annuncia una interrogazione: “La totale assenza di interesse della società Ternana Calcio di fronte ad una situazione che, sportivamente parlando precipita – scrive – impone una riflessione e anche un intervento delle istituzioni locali. Chiederò che il sindaco e l’assessore allo sport intervengano sulla società per farci comprendere se l’obiettivo domenicale è umiliare i colori della città e i tifosi; chiederò inoltre di riferire al consiglio in merito a tutte le clausole contrattuali che ineriscono i rapporti tra la società è il Comune per la gestione degli impianti sportivi. Non è possibile continuare ad assistere in silenzio a questo scempio sportivo senza almeno provare a porre in essere azioni che possano contribuire ad evitare una retrocessione annunciata della principale squadra di calcio cittadina. E’ importante che le istituzioni sollecitino la società a non essere passiva di fronte a quanto sta accadendo, nell’interesse dell’immagine della città”. La Curva Nord invece, con una nota ha invitato Longarini a lasciare la Ternana: “Una società di calcio non è un azienda dove conta solo bilancio o essere in attivo, ma rappresenta una comunità, rappresenta delle persone che soffrono per quei colori e soprattutto rappresenta una storia, e la nostra era una gloriosa storia ma che lei e la sua famiglia siete riusciti a distruggere, siete riusciti a far svuotare uno stadio, a far disinnamorare intere generazioni e anche chi questi colori ce l’ha cuciti nel cuore. La Ternana le apparterrà anche su carta, ma in realtà è della gente e del popolo ternano che dovrebbe rispettare ed ascoltare. Per questo ci ascolti, la invitiamo ad andarsene, a vendere e investire i suoi soldi in appartamenti come ci disse a suo tempo, Terni non la vuole. Da oggi in poi noi come Curva Nord faremo il possibile nelle nostre potenzialità perché ciò avvenga”. Ma la società si sottrae, non risponde.
Corsi e ricorsi. Non piacciono i confronti, evidentemente, a tutti i livelli. Anche per questo, forse, è stato azzerato quasi del tutto il lavoro fatto da Panucci e Larini in estate. Ma la classifica parla da sola e allora forse, lo sfogo dell’allora tecnico rossoverde non era poi così campato in aria. Come anche alcune scelte, tipo quella di aver puntato sin da subito su Palombi, che invece col cambio di guida tecnica ha dovuto aspettare gli infortuni di tutti per scendere in campo. E a tanti, fra coloro che abitualmente seguono, sugli spalti o da cronisti, le vicende rossoverdi, sta tornando alla memoria quella disgraziata stagione del 2005-06, conclusa con Mimmo Caso in panchina. Come Carbone, alla guida di un gruppo numeroso (36 giocatori contro 29) e come Carbone, arrivato alla Ternana senza grandi esperienze in B. Sono ammessi gli scongiuri.