PERUGIA – Durante la seduta del consiglio regionale di questa mattina, la presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, ha illustrato all’Assemblea legislativa il quadro delle criticità e degli interventi in atto per affrontare la fase dell’emergenza e della ricostruzione in seguito al sisma che ha colpito il centro Italia ad agosto e ottobre 2016. Aprendo i lavori a Palazzo Cesaroni, la Marini ha presentato una informativa sulla situazione delle scuole e delle strade, sulla sistemazione provvisoria degli sfollati e sulla ricostruzione, che dovrà essere portata avanti evitando lo spopolamento ed essere improntata su “tecniche innovazione, materiali di qualità e procedure in grado di garantire la sicurezza di chi si è già trovato a subire gli effetti di 4 terremoti”.
“Ricostruire in modo innovativo, mirando a qualità e sicurezza” “La ricostruzione avrà tempi medi e lunghi e richiederà di definire interventi strategici e prioritari, come quelli su Castelluccio, che ha un forte valore simbolico anche per affermare una modalità e un carattere di questa ricostruzione, improntata alla qualità. Si dovrà puntare all’innovazione sull’uso dei materiali e delle tecniche costruttive, per ridare sicurezza ai cittadini attraverso tecniche nuove per ricostruire in assoluta sicurezza, anche psicologica, dopo 4 grandi terremoti che si sono succeduti dal 1979 ad oggi. Serviranno momenti di approfondimento importanti, tra Giunta, Consiglio e Commissario per la ricostruzione per fissare le priorità e le procedure attuative della ricostruzione.”
I numeri del sisma “Al terremoto del 24 agosto ha fatto seguito il forte sisma del 26 e 30 ottobre, creando ulteriori gravi danni. Il primo aveva prodotto danni circoscritti ad alcune parti dei territori di Norcia, Preci, Cascia e della Valnerina, con un numero di cittadini coinvolti limitato. Le scosse del 26 e del 30 ottobre l’estensione e la quantità dei danni è cresciuta di molto, colpendo gravemente la Valnerina, ma anche Spoleto ed altri Comuni dell’Umbria. Edifici residenziali e strutture produttive, del settore agricolo, industriale, manifatturiero e turistico, sono state colpite. Tra il 24 agosto e il 30 0ttobre è stato necessario un nuovo approccio all’emergenza: dai primi rilievi e verifiche sull’edificato emerge un quadro molto rilevante dei danni, in alcuni casi al di sopra del 70 percento. Oltre 5mila persone devono essere assistite, non solo nell’area del cratere. A Norcia e Cascia abbiamo alcune strutture ricettive agibili e potranno essere utilizzate per assistere gli sfollati. Quasi 4mila persone sono a diretto carico del sistema della Protezione civile: 1500 sono in alberghi e strutture ricettive, 2000 si trovano in strutture dei Comuni e 400 nelle tende.”
Permanenza delle imprese e continuità aziendale “Prima della scosse del 30 ottobre era stato adottato un decreto legge sul percorso da seguire per la ricostruzione. Questo atto è stato integrato da un provvedimento successivo che tiene conto degli effetti sull’apparato produttivo delle nuove scosse in Umbria e Marche. La permanenza delle imprese e la continuità aziendale è il presupposto per far restare la popolazione all’interno delle aree di Norcia, Cascia, Preci e dell’intera Valnerina. Per avviare i lavori di riparazione delle strutture produttive, commerciali e turistiche colpite verrà adottata una procedura semplificata, che prevede solo una comunicazione. Dove invece il ripristino richiede tempi lunghi, il percorso della delocalizzazione all’interno del perimetro del Comune di riferimento viene prevista la creazione di aree commerciali temporanee su aree individuate d’intesa con le Amministrazioni comunali. Il decreto prevede anche strumenti di investimento in via ordinaria, come i mutui attraverso la cassa depositi e prestiti. Questo per accompagnare la ricostruzione e la ripartenza con innovazioni produttive, zootecniche e agricole. È prevista
una integrazione degli strumenti nazionali con azioni da parte della Regione. Oltre ai 14 Comuni del cratere indicati dal decreto legge del 24 agosto, integrati successivamente dal Comune di Spoleto, circa altri 45 Comuni (quindi 60 Comuni in totale) hanno dichiarato danni ai propri beni architettonici.
Sugli edifici scolastici “Dovremo capire quali edifici scolastici delocalizzare e come intervenire su quelli da ripristinare. In questo ambito si interverrà con l’adeguamento
sismico: tutti gli edifici che hanno subito danni di ‘tipo E’ dovranno essere sottoposti a questa procedura, che può prevedere anche la demolizione e la ricostruzione. L’attività didattica si svolge regolarmente, grazie a doppi turni (a Norcia solo fino a Natale, dopo ci sarà un nuovo edificio prefabbricato), soluzioni alternative, strutture recuperate (a Preci) e ordinanze su singoli edifici. Il decreto, per quanto riguarda la viabilità, prevede che Anas possa essere soggetto attuatore anche per la viabilità comunale, provinciale e regionale. La situazione è complessa perché la montagna della Valnerina è stata compromessa, è stata alterata la viabilità, molte strade richiedono ora la messa in sicurezza: tutta la rete viaria da Norcia e Castelluccio dovrà essere ripristinata in via prioritaria per avviare la ricostruzione. Saranno necessari lavori lunghi e molto complessi, sia per i collegamenti con le Marche che per quelli con il resto della regione. La strada della Rocchetta, ad esempio, per molti giorni è stata l’unica strada agibile.”
Chi avrà aree container “Alcuni Comuni avranno aree container, predisposte dal dipartimento nazionale della Protezione civile: in Umbria solo il Comune di Norcia e di Cascia, quest’ultimo ha recuperato molte strutture ricettive che potranno accogliere la popolazione. La Regione si occuperà delle aree per le abitazioni di emergenza da destinare ai cittadini le cui case hanno subito danni di tipo E. Dopo le scosse del 24 agosto ne erano stati individuati un certo numero, tra quelli che avevano dichiarato di non volere passare alla ‘autonoma sistemazione’. Il loro numero è cresciuto e di questa operazione si occuperà direttamente la Regione, anche se i container verranno forniti dalla Protezione civile nazionale. Per Norcia, Cascia e Preci, dove l’autonoma sistemazione risulta difficile a causa dei danni al tessuto edilizio, avranno campi con abitazioni di emergenza. [LEGGI Sisma, aggiudicato bando per i container: 2000 sistemazioni entro dicembre] Il contributo per l’autonoma sistemazione è di 400, 500, 700, 900 euro in base al numero dei componenti del nucleo familiare, questo permetterà di offrire alternative ai moduli di emergenza.”
“Saranno due le sedi dell’ Ufficio speciale per la ricostruzione, una a Foligno
e una nel centro di Norcia, in un edificio non danneggiato dal sisma. Vorremmo riaprire gradualmente, dopo la messa in sicurezza, il centro storico nursino, per scommettere sul futuro della città, far tornare abitanti e turisti, evitando il declino e l’abbandono. L’Ufficio si occuperà solo della ricostruzione pubblica e privata, mentre il ministero dei Beni culturali si occuperà della ricostruzione dei beni culturali, sia pubblici che privati. Ai sindaci è stato concesso il potere di intervento per la messa in sicurezza degli edifici danneggiati, salvo quelli per i quali il ministero ha deciso di intervenire direttamente.”
Parlando di risorse “Il fondo ordinario di protezione civile che viene assegnato alla
Regione è di circa 7milioni annui che potrà costituire un canale di finanziamento per cofinanziare gli interventi sulle scuole. [LEGGI Ricostruzione post sisma, via libera dal Consiglio dei ministri al decreto] Il Governo ha assegnato 300milioni di euro alle 4 Regioni interessate sulla programmazione 2014/2020, la cui destinazione precisa verrà dalla Regione definita in accordo con l’Esecutivo nazionale e verrà poi comunicata all’Assemblea legislativa dell’Umbria. Con il meccanismo del Credito d’imposta, non subordinato agli stanziamenti verso le amministrazioni periferiche, da oggi, in base alle condizioni tecniche, potranno partire i lavori avendo la certezza delle risorse finanziarie. Il decreto ha stanziato circa 3,5 miliardi di euro per la ricostruzione pubblica, tra scuole, beni culturali e altre strutture.”
La reazione dell’Assemblea legislativa In seguito alle comunicazioni, sopra riportate, della presidente Marini in consiglio regionale, l’Assemblea legislativa ha approvato ad ampia maggioranza due proposte di risoluzione. La proposta di risoluzione sull’Umbria come “soggetto catalizzatore e promotore del progetto Casa Italia” ha ottenuto 19 voti favorevoli (Pd, Ser, Rp, FI e FdI) e 4 astensioni (Lega e M5S). La proposta di risoluzione sulle comunicazioni politiche della Presidente della Giunta regionale ha ottenuto 19 voti favorevoli (Pd, Ser, Rp, FI, FdI e Lega) e 2 astenuti (M5S). Oltre alla presidente Marini, sono intervenuti nel dibattito Claudio Ricci(RP), Andrea Liberati (M5S), Valerio Mancini (LN), Gianfranco Chiacchieroni (PD).
Prima proposta di risoluzione La proposta di risoluzione “Umbria fra esperienza ed innovazione: un HUB delle costruzioni per lo sviluppo delle problematiche di contrasto alle
devastazioni causate dai continui eventi sismici ed al contenimento della crisi del comparto delle costruzioni” ritiene “necessario costituire in tempi brevi una rete di imprese, ampliando i confini di una filiera delle costruzioni, Università ed altri soggetti, che sia in grado di coniugare le esigenze di innovazione e semplificazione passando attraverso una profonda
rivisitazione del comparto. Tutto ciò può configurarsi come un approccio sistemico al tema che noi definiamo HUB attraverso la costituzione di consorzi, associazioni e protocolli per poter partecipare agli obiettivi che persegue il progetto Casa Italia. Per questo la Regione Umbria si candida come soggetto catalizzatore e promotore di tale processo, d’intesa con gli
organi di Governo e con il Commissario straordinario Vasco Errani”. Inoltre la proposta di risoluzione auspica che “si possa procedere ad una rapida e efficace ripresa della ricostruzione post-terremoto e che vengano apportati elementi di innovazione e di esperienza sostenuti da politiche governative e regionali. Tali processi dovranno essere supportati da iniziative legislative e amministrative che vedano nella riqualificazione urbanistica, energetica e nel miglioramento sismico del patrimonio pubblico e privato il fulcro di tali attività da adottare nei prossimi mesi come già avviato con il Decreto
legge del Governo n. 189 del 17 ottobre 2016”.
La seconda proposta di risoluzione Sulle comunicazioni della Presidente della Giunta
“ritiene necessario sollecitare un piano straordinario del Governo che preveda un finanziamento, a partire dalle quattro regioni colpite dal sisma, di dieci annualità consecutive per l’adeguamento antisismico degli edifici; e reputa che la fase ricostruttiva dovrà prevedere uno studio approfondito delle localizzazioni degli abitati e della attività produttive. Occorrerà sostenere i Comuni con nuovi strumenti di programmazione del territorio che
tengano conto della sismicità dello stesso, a partire dalla riprogrammazione di insediamenti quali luoghi simbolo come Castelluccio tra i più colpiti e conosciuti al mondo”. Inoltre la proposta di risoluzione “prende atto del grande lavoro che ha fatto la Giunta regionale fin dai giorni del riacutizzarsi degli eventi sismici del 26 e 30 ottobre che hanno portato devastazioni e sconvolgimento del paesaggio nel nostro territorio e ringrazia tutte le strutture della regione per il grande lavoro che stanno svolgendo, dal Dipartimento della Protezione civile, all’Agenzia per la forestazione, personale dei servizi i VUS, articolazioni dei servizi sanitari e il personale dei comuni; ringrazia la straordinaria presenza del volontario
attraverso la Protezione civile di tutta Italia, i Vigli del Fuoco, Polizia, carabinieri, forestali, esercito per l’assistenza alle popolazioni e a tutti beni del territorio”.
Claudio Ricci (Rp) “Dobbiamo aggiornare la mozione unitaria approvata da questa Aula per dare nuove linee guida perchè il sisma del 30 ottobre ha cambiato la dimensione del problema. Nel minor tempo possibile bisogna riuscire a dare una sistemazione adeguata a chi decide di rimanere nel territorio.
Andrea Liberati (M5S) Dobbiamo perfezionare il meccanismo dell’emergenza, che si è rilevato molto carente. Non possono esserci mesi di attesa per le casette. Le casette nuove verranno assegnate solo a chi ha danneggiamenti di tipo E: così le persone di Norcia non troverebbero altra soluzione se non vivere per anni nei container.
Valerio Mancini (Lega) Serve un diverso approccio della Pubblica Amministrazione a fronte dell’emergenza. Si deve venire incontro a chi vive e lavora nei territori colpiti dal sisma. tante cose sono state fatte ma tante altre restano ancora da fare.
Gianfranco Chiacchieroni (Pd) Tuteliamo le ricchezze della Valnerina e facciamo una ricostruzione basata su ricerca e innovazione, e che faccia da esempio per altri.
La replica della Marini “Ci sono varie questioni urbanistiche da affrontare prima di iniziare la ricostruzione. Alcuni temi sollevati potranno essere assunti nel disegno di legge che riguarderà l’edilizia e l’urbanistica, i materiali, le tipologie e le pertinenze, sempre ricordando che non possiamo derogare a norme di carattere superiore. I Comuni superiori a 30mila abitanti, come Spoleto, che hanno avuto danni puntuali che non compromettono la funzionalità dell’intero territorio comunale, e quindi i benefici riguarderanno delle porzioni di territorio. Diverso il caso della Valnerina, Norcia, Cascia e Preci, dove è evidente che
l’effetto del terremoto ha coinvolto un’estensione di edifici, fabbricati, imprese e vita comunitaria. La Regione Umbria non è competente in via diretta sull’edilizia scolastica, si occupa di programmazione di risorse. In un biennio abbiamo messo a disposizione i 30
milioni assegnati dal Governo, costruendo nuove scuole e finanziando la messa a norma circa una quarantina di edifici scolastici. L’Umbria, dal 97 in poi, in via ordinaria, è sempre intervenuta sugli edifici scolastici. Esiste dalla metà degli anni 90 c’è un osservatorio che vede insieme la Regione le Province e i Comuni e non abbiamo edifici aperti che abbiano elevati gradi di vulnerabilità. Negli interventi di messa in sicurezza sulle scuole
dovranno riguardare in via prioritaria il rischio sismico, tenendo conto anche delle zonizzazioni sismiche. Gli edifici scolastici di Norcia, Preci e Cascia, seppure danneggiati, hanno reagito a una lunga ondata sismica. Seppur danneggiati in maniera più o meno grave, qualora fossero stati pienamente utilizzati le persone, studenti, insegnanti, sarebbero usciti in sicurezza da quegli edifici. I Comuni dovranno assumere delle decisioni, in qualche caso bisognerà decidere che gli edifici scolastici sono più sicuri fuori dai centri storici e la loro ricostruzione potrebbe risultare anche meno onerosa. La necessità dei container per gli sfollati viene stabilità dai Comuni, in base al numero dei cittadini che hanno danni lievi mentre chi dovrà restare fuori casa per anni dovrà avere una soluzione abitativa di emergenza”.