PERUGIA – Una storia molto lunga. Dopo più di dieci anni arriva la sofferta fumata bianca. Gli auspici? Assicurare in Umbria livelli di eccellenza dei servizi sanitari attraverso le professionalità e le competenze che operano nelle due Aziende ospedaliere, garantire qualità e appropriatezza della formazione del personale medico e sanitario, promuovere lo sviluppo della ricerca. Nelle intenzioni sono questi i capisaldi del Protocollo generale d’intesa tra Regione Umbria e Università degli Studi di Perugia, approvato dall’esecutivo regionale e i cui contenuti sono stati illustrati mercoledì pomeriggio a Palazzo Donini, dalla presidente della Regione Donatella Tesei, dall’assessore regionale alla Salute Luca Coletto e dal rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero. Presente il direttore del Dipartimento di medicina e chirurgia dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Nicola Talesa.
Duplicazioni evitate
Per la presidente della Regione Umbria “oggi è stato raggiunto un traguardo importante atteso da oltre 10 anni. Dopo due anni in cui la sanità è stata fortemente impegnata nella cura delle persone affette da covid e nella vaccinazione, il protocollo rappresenta un tassello fondamentale per avviare un lavoro in stretta sinergia con l’Università, finalizzato ad assicurare ai cittadini le migliori prestazioni sempre più adeguate alla domanda di cure, migliorando l’offerta e l’attrattività della sanità umbra anche con l’obiettivo di favorire la mobilità sanitaria da fuori regione che negli ultimi tempi è stata penalizzata. In tutto questo percorso, il ruolo dell’Università è stato e continuerà ad essere fondamentale e insieme proseguiremo a scegliere il meglio per i cittadini evitando in primis la duplicazione delle prestazioni e investendo sulla ricerca”.
Richiamare i professionisti
E proprio su questa importante mission dell’Università ha posto l’accento l’assessore alla Salute della Regione Umbria, secondo il quale “la ricerca è basilare per una buona sanità e per garantire prestazioni di alto livello. Stiamo uscendo bene da questi anni difficili della pandemia, anche grazie alle grandi professionalità delle due Aziende ospedaliere. L’auspicio è che attraverso questo protocollo, si possano richiamare ulteriori bravi professionisti che garantiranno cure di sempre più alto livello”.
Lavoro condiviso
“L’odierna approvazione del protocollo generale di intesa tra l’Università degli Studi di Perugia e la Regione dell’Umbria” – ha dichiarato il rettore, Maurizio Oliviero – “rappresenta il coronamento di un intenso lavoro condiviso portato avanti negli ultimi due anni e un risultato da lungo tempo atteso dall’intera comunità regionale. L’ormai prossima costituzione delle due aziende ospedaliero-universitarie segnerà, inoltre, l’avvio di una rinnovata stagione di collaborazione tra le due istituzioni coinvolte, nel quadro di un più stretto rapporto di integrazione reciproca nella gestione della Sanità pubblica umbra, a beneficio di tutte e di tutti. L’Ateneo osserva con serenità e fiducia gli importanti impegni che lo attendono nell’alto contributo scientifico che saprà offrire, con la competenza di sempre, alle attività assistenziali erogate nella nostra Regione”.
Bori e Fora
Il segretario pd Tommaso Bori parla di “un fatto importante che, seppur a distanza di due anni dalla sottoscrizione del memorandum, può essere considerato – almeno sulla carta – un elemento di miglioramento di una situazione critica». Boro chiede alla giunta «un’azione di forte discontinuità rispetto al recente passato», il ritiro del Piano sanitario, il cambio dei direttori e dell’assessore Coletto”. “Due anni, seppure con la pandemia di mezzo – dice invece il consigliere regionale Andrea Fora – sono stati forse troppi, comunque oggi finalmente c’è un testo condiviso che sembra “lastricato di buone intenzioni” che però come spesso accade non vorremmo rimangano parole». Fora scrive che stavolta non occorre sbagliare nell’individuazione delle apicalità e che serve «rilanciare con forza tutta la medicina sul territorio”.
Studenti Udu
“Sul tema della didattica – commenta la Sinistra universitaria Udu – vediamo accolti e integrati a sistema diversi temi sensibili, dalla sorveglianza sanitaria garantita ai tirocinanti all’ampliamento delle strutture messe a disposizione per la formazione. Crediamo anche che vada elaborato un piano organizzativo relativo all’accesso dei tirocinanti presso le aziende ospedaliere e i servizi del territorio ai fini di integrare nel percorso formativo gli obiettivi che la convenzione si promette di conseguire. Sul versante della formazione specialistica sarà determinante mantenere la direzione instaurata da questa convenzione, focalizzando l’attenzione sulle esigenze che la categoria dei medici in specializzazione reclama da tempo, come la messa a disposizione di un sistema di valutazione e monitoraggio della qualità del sistema di formazione”.