PERUGIA – Dare una chance ai giovani che non hanno lavoro e che per diversi motivi neanche lo cercano. Sono il 20% delle persone che hanno tra 18 e 35 anni. Un dato che, per quanto risulti impressionante, è persino inferiore al dato medio italiano che avrebbe due o tre punti in percentuale in più. E’ su questa percentuale che si sono messi a lavoro la Fondazione Cassa di Risparmio, insieme alle due diocesi di Assisi e Gubbio, alla Regione con l’agenzia per il lavoro Arpal e l’Università, nel tentativo di ridurla.
Relazione “Sono – ha dichiarato Fioroni – anche particolarmente attivi sui social». Ma non sono coinvolti in dinamiche attive. Raggiungerli soltanto via social, farli destinatari di un messaggio, è risultato non essere sufficiente – ha detto ancora Fioroni – . Bisogna invece parlare con loro, entrarci in relazione. In questo aspetto può essere d’aiuto la rete delle diocesi e dei suoi operatori sui territori che conoscono i vissuti dei giovani ai margini delle opportunità. E’ proprio il reclutamento uno degli aspetti più spinosi. Che di certo non è agevolato – ha spiegato Fioroni – dal reddito di cittadinanza. Uno strumento che così come è non ha restituito risultati positivi. La politica – ha aggiunto – è impegnata in un confronto per ripensare questi strumenti”.
Domanda e offerta La capacità di fare incrociare domanda e offerta di lavoro, a cui prova a dare risposta questa nuova rete, sarà misurata da test d’impatto che sono affidati all’università di Perugia. “Ci diranno – ha detto Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi e Foligno – quanto riusciamo a centrare gli obiettivi. E se i risultati non saranno quelli che speriamo, significherà che dovremo aggiustare la direzione». Fioroni ha colto l’occasione per sottolineare come l’Umbria «non ha mai voluto valutarsi. Non si ha traccia, in questa Regione, della capacità di misurare le proprie scelte, di testarne i risultati. E’ invece una pratica che vogliamo avviare cono determinazione”.
Migliorare i meccanismi Ci si chiede quanta parte di non lavoro è il risultato dell’incapacità di fare incontrare domanda e offerta e quanta, invece, è semplicemente dovuta alla crisi e al fatto che non c’è bisogno di assumere. «Se stiamo individuando modalità di migliorare i meccanismi – ha detto – è perché riteniamo che così facendo avremo più opportunità per più giovani. Troppo spesso – ancora Fioroni – si è pensato, in passato, ad avviare corsi di formazione senza agganciarli ai reali bisogni delle aziende. Ad esempio l’Umbria non ha saldatori e ne avrebbe bisogno».
La firma La convenzione è stata firmata dalla presidente della Fondazione Cristina Colaiacovo, del vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino S.E monsignor Domenico Sorrentino, del vescovo di Gubbio S.E Monsignor Luciano Paolucci Bedini e del direttore dell’Arpal Luigi Rossetti. ‘Orientarsi a partire da sé’ è il nome del progetto ed è rivolto a giovani maggiorenni con meno di 35 anni che non studiano, non lavorano e non seguono un percorso professionale, ed in particolare che non usufruiscono di alcun programma di politica attiva della Regione Umbria, residenti nei comuni delle Diocesi di Assisi e Gubbio. Il progetto coinvolge dunque i comuni di Assisi, Gubbio, Umbertide, Scheggia e Pascelupo, Costacciaro, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Fossato di Vico, Sigillo, Valfabbrica, Bastia Umbra, Cannara e Bettona, dove le rispettive Diocesi hanno rilevato una problematica molto diffusa rispetto ai giovani che si ritrovano esclusi dal mercato del lavoro e che, per una serie di ragioni socio-culturali tra loro eterogenee, non riescono ad inserirsi.
Il progetto Si tratta di un percorso suddiviso in varie fasi. Saranno proprio le due Diocesi, anche con l’ausilio di un’equipe di professionisti, a procedere con l’individuazione dei potenziali partecipanti, che avranno l’opportunità di frequentare un corso motivazionale e di orientamento funzionale ad acquisire consapevolezza delle proprie capacità e risorse. Sulla base di quanto emerso da questo primo approccio, si procederà con la selezione dei partecipanti e, tenendo conto delle inclinazioni individuali, con l’attribuzione di uno dei tre seguenti percorsi di inserimento: formazione professionale, tirocini, autoimprenditorialità. L’Arpal supporterà l’iniziativa favorendo l’incontro tra i soggetti individuati da avviare alle politiche attive di formazione professionale o tirocini presso enti privati – anche no profit – e pubblici e metterà a disposizione fino ad eventuali 50 voucher formativi per la frequenza di corsi mirati da attivare nel Catalogo regionale per l’offerta da destinare a quanti, alla fine del percorso individuato, intenderanno partecipare a specifici corsi di formazione.
La Fondazione Oltre a contribuire con uno stanziamento di 150mila euro all’attivazione di parte dei tirocini formativi, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia sosterrà infatti uno studio realizzato da Paolo Polinori e Francesca Picciaia docenti dell’Università degli Studi di Perugia che permetterà di valutare se e in quale misura l’introduzione del programma “Orientarsi a partire da sé” abbia avuto effetto sulla partecipazione. “L’iniziativa che presentiamo oggi – ha evidenziato la presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Cristina Colaiacovo – è il risultato di una approfondita fase di ascolto, in particolare dall’esigenza espressa dalle Diocesi di Gubbio e di Assisi, che attraverso un lungo lavoro di affinamento e perfezionamento ci ha permesso di costituire un solido partenariato anche grazie al coinvolgimento dell’Arpal. Mi auguro che i risultati che otterremo attraverso tale sperimentazione non solo siano positivi ma possano essere presi a modello per dare continuità al progetto, nella prospettiva di estenderlo anche ad altri territori”.
Le diocesi Secondo il vescovo di Gubbio S.E Monsignor Luciano Paolucci Bedini non si tratta di “una forma di assistenzialismo fine a se stessa e deresponsabilizzante per i giovani, ma una chiara occasione di investimento di sé per il futuro”. “Nella nostra regione – ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino Domenico Sorrentino – si contano circa 35 mila Neet, secondo gli ultimi dati Istat, e l’Umbria è stata l’area d’Italia con il maggiore incremento (+25%), essendo aumentato notevolmente anche l’abbandono scolastico. Credo che, come Chiesa, sia importante la nostra presenza, il nostro impegno per aiutare i giovani e coloro che per diverse ragioni sono usciti dal mercato del lavoro ad imboccare la via giusta per prendere in mano il loro futuro e non attendersi che gli venga calato dal cielo”.