Tesei
Umbria Jazz
Modena
“Lo incontravo spesso per via Bontempi – ricorda la senatrice di Forza Italia Fiammetta Modena – e ci scambiavo due opinioni ricordando con piacere i tempi in cui la politica aveva punti di riferimento chiari, opposti, avversari, ma netti. Mi addolora l’idea di non poterlo incontrare più, della dissolvenza di un mondo che ha formato uomini di spessore e ha fatto la storia della nostra Regione”.
Meloni
“Esprimo, a nome mio e del gruppo consiliare del Partito democratico, profondo cordoglio per la scomparsa di Francesco Mandarini, giornalista, dirigente d’ azienda e terzo presidente della Regione Umbria, dal 1987 al 1992″: così la capogruppo del Pd, Simona Meloni. “Francesco Mandarini, che aveva compiuto ieri 80 anni – spiega Meloni – è stato un operaio e poi punto di riferimento della politica. Un grande ascoltatore, che ha saputo imprimere alla nostra regione l’ importanza dell’ accoglienza e della vicinanza agli ultimi. Ci lascia un protagonista, una colonna portante della comunità della sinistra umbra, che ha dato la vita per le comunità di cui ha fatto parte”.
Sgalla
Cordoglio anche del segretario regionale della Cgil, Vincenzo Sgalla: “Francesco Mandarini è stato l’emblema della classe operaia perugina. Per questo la sua scomparsa addolora profondamente tutto il mondo del lavoro umbro. Per anni Francesco è stato il leader carismatico di migliaia di giovani lavoratrici e lavoratori: primo lavoratore eletto alla Perugina in un organo sindacale di base su scheda bianca. Con la scomparsa di Checco se ne va un pezzo di storia della nostra città e della nostra regione. Checco, l’emblema di una generazione comunista capace di lottare e conquistare, pace, libertà, dignità e grande emancipazione anche economica”.
Romizi
Cordoglio arriva anche da parte del sindaco di Perugia Andrea Romizi: “Un uomo delle istituzioni – sottolinea – profondamente legato alla sua terra e alla città di Perugia”.
Stramaccioni
Francesco Mandarini è stato l’ultimo presidente della Regione Umbria emanazione del Pci. “Non ha mai aderito al Pds e alle successive trasformazioni del partito” ricorda parlando con l’Ansa Alberto Stramaccioni, uno dei massimi dirigenti umbri del Pds, dei Ds e del Pd, oltre che deputato per l’Ulivo. Morto all’età di 80, Mandarini ha ricoperto il ruolo di presidente della Regione Umbria dal 1987 al 1991 quale esponente dell’allora Partito Comunista Italiano. Negli anni ’90 abbandonò l’attività politica diretta. Pci che è stato quello che ha annoverato, dal 1970 in poi (anno in cui si svolsero le prime elezioni regionali in Umbria), tre presidenti in totale (prima di Mandarini anche Pietro Conti e Germano Marri), governando dal 1970 al 1992 con il Partito socialista italiano. Nel 1987, a 45 anni, Mandarini viene quindi eletto presidente della Giunta regionale dell’Umbria in sostituzione del dimissionario Marri, candidato al parlamento per la lista del Pci.
Il cambio del nome
Nel 1991 però, dopo il cambio del nome e del simbolo, ci fu la rottura con il nuovo partito e le sue dimissioni da presidente della Regione. Francesco Ghirelli, segretario uscente del Pds umbro, fu designato dal partito per sostituire alla guida della Giunta regionale dell’Umbria (Pds-Psi) Mandarini, il quale, dopo quattro anni, andò a presiedere la Sipra, la società di raccolta pubblicitaria della Rai. La candidatura di Ghirelli fu approvata all’unanimità dal gruppo del Pds alla Regione. I membri del coordinamento regionale di Rifondazione comunista, invece, votarono contro il nuovo presidente della Giunta, sottolineando che la vicenda della sostituzione di Mandarini era stata condotta, secondo loro, “con procedure a dir poco antidemocratiche”. Così commenta la vicenda ancora Stramaccioni: “Si dimise perché, come disse lui stesso, si sentiva isolato dopo che il partito aveva cambiato nome e simbolo e aderì alla mozione di Bassolino. Per la questione del cambio del nome e del simbolo si rifiutò di andare in Parlamento ma rimase a fare il consigliere regionale fino al ’95. Successivamente non si riconobbe più in nessuna organizzazione politica”.
Intitolare una sala
Il presidente del consiglio regionale, Marco Squarta, FdI, propone di intitolare una sala di Palazzo Cesaroni a Francesco Mandarini. La proposta, per onorarne la memoria verrà avanzata all’Ufficio di presidenza nelle prossime ore. Martedì, appresa la notizia della scomparsa dell’ex presidente della Regione, Squarta ha fatto osservare un minuto di silenzio dell’Aula, riunita in seduta consiliare. “Quella di Francesco Mandarini – commenta il presidente dell’Assemblea legislativa – è una storia di appartenenza politica e di valori che non ci sono più. Per l’Umbria si tratta di un lutto profondo e l’intitolazione di una sala di Palazzo Cesaroni è un modo per ricordare la sua figura ogni giorno e riconoscerne l’impronta, indipendentemente dalle appartenenze politiche”.