Lo spessore criminale
L’attività è stata condotta dai carabinieri del reparto operativo-nucleo investigativo di Perugia e ha avuto inizio in pieno lockdown, nella primavera del 2020. “Ha fatto emergere gravi indizi di colpevolezza – spiega in una nota il procuratore della Repubblica del capoluogo umbro, Raffaele Cantone – a carico di cinque cittadini albanesi attivi prevalentemente a Perugia, per i quali si ipotizza l’appartenenza ad un’associazione finalizzata al traffico di cocaina commercializzata nell’area del capoluogo e nei comuni limitrofi. In particolare, le investigazioni hanno portato all’individuazione della figura di venice del gruppo, un albanese 40enne, che si è avvalso, nell’illecita attività, di connazionali legati a lui da rapporti di estrema fiducia basati su vincoli di parentela o conoscenza risalente ai comuni luoghi d’origine. Agli investigatori e apparsa particolarmente carismatica l’azione di comando esercitata una gestione autoritaria e gerarchicamente organizzata che gli ha permesso di continuare a dirigere il traffico di cocaina nel perugino anche durante lunghi periodi trascorsi all’estero — agevolata dall’ascendente esercitato sui suoi sodali che, dialogando tra loro o con soggetti terzi, ne hanno più volte delineato il ruolo e lo spessore criminale”.
Il braccio destro del leader
Un’altra figura di rilievo è stata individuata in un coetaneo del leader, in particolar modo nei periodi di assenza. “Le indagini sono state rese complesse – sottolinea Cantone – dai frequenti cambi di domicilio degli indagati, così come dalle continue sostituzioni delle autovetture utilizzate; inoltre i carabinieri hanno assistito ad un metodico avvicendamento di pusher provenienti dall’Albania e organizzati per trattenersi sul territorio nazionale solo per brevi e intensi periodi di spaccio. Nell’intero periodo di indagine i carabinieri hanno documentato centinaia di cessioni awenute nelle strade della periferia sud della città e nelle adiacenti aree rurali, che hanno consentito l’arresto in flagranza di reato di quattro spacciatori”. Dei cinque soggetti coinvolti tre sono ancora attivamente ricercati.