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Perugia, sgominato gruppo  di spacciatori con giro d’affari da 70 mila euro al mese

Cinque misure cautelari del Gip del tribunale su richiesta della direzione distrettuale antimafia: detenzione e spaccio di cocaina

PERUGIA – Una vera e propria macchina di soldi. Un giro d’affari quantificato da uno degli indagati in 70 mila euro al mese. È quello che coinvolge un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti oggetto di cinque misure cautelari: la direzione distrettuale antimafia della Procura di Perugia ha chiesto ed ottenuto dal Gip del tribunale la specifica ordinanza al termine della complessa indagine. Nel mirino anche la detenzione e lo spaccio in concorso di cocaina.

Lo spessore criminale

L’attività è stata condotta dai carabinieri del reparto operativo-nucleo investigativo di Perugia e ha avuto inizio in pieno lockdown, nella primavera del 2020. “Ha fatto emergere gravi indizi di colpevolezza – spiega in una nota il procuratore della Repubblica del capoluogo umbro, Raffaele Cantone – a carico di cinque cittadini albanesi attivi prevalentemente a Perugia, per i quali si ipotizza l’appartenenza ad un’associazione finalizzata al traffico di cocaina commercializzata nell’area del capoluogo e nei comuni limitrofi. In particolare, le investigazioni hanno portato all’individuazione della figura di venice del gruppo, un albanese 40enne, che si è avvalso, nell’illecita attività, di connazionali legati a lui da rapporti di estrema fiducia basati su vincoli di parentela o conoscenza risalente ai comuni luoghi d’origine. Agli investigatori e apparsa particolarmente carismatica l’azione di comando esercitata una gestione autoritaria e gerarchicamente organizzata che gli ha permesso di continuare a dirigere il traffico di cocaina nel perugino anche durante lunghi periodi trascorsi all’estero — agevolata dall’ascendente esercitato sui suoi sodali che, dialogando tra loro o con soggetti terzi, ne hanno più volte delineato il ruolo e lo spessore criminale”.

Il braccio destro del leader

Un’altra figura di rilievo è stata individuata in un coetaneo del leader, in particolar modo nei periodi di assenza. “Le indagini sono state rese complesse – sottolinea Cantone – dai frequenti cambi di domicilio degli indagati, così come dalle continue sostituzioni delle autovetture utilizzate; inoltre i carabinieri hanno assistito ad un metodico avvicendamento di pusher provenienti dall’Albania e organizzati per trattenersi sul territorio nazionale solo per brevi e intensi periodi di spaccio. Nell’intero periodo di indagine i carabinieri hanno documentato centinaia di cessioni awenute nelle strade della periferia sud della città e nelle adiacenti aree rurali, che hanno consentito l’arresto in flagranza di reato di quattro spacciatori”. Dei cinque soggetti coinvolti tre sono ancora attivamente ricercati.

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