Cambio di fase e Pnrr
“Abbiamo sempre affermato che occorresse un cambio di fase – ha detto nel suo intervento Pampanelli – tra Pnrr, fondi europei per il sisma e quelli indiretti, potrebbero arrivare nella nostra regione circa tre miliardi di euro: sarebbe una follia disperderli a pioggia senza un piano complessivo teso al progresso, e per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. Una scossa tanto più necessaria vista la situazione di oggettivo ‘declino’ dell’Umbria negli ultimi 15 anni, nel corso del quale la nostra regione ha accumulato un ritardo enorme in termini di crescite e sviluppo: “Le analisi economiche ci dicono con certezza che la forbice Italia-Umbria che si è allargata a dismisura dopo il 2008, rimane invariata nel 2021 a meno 12 punti percentuali. Purtroppo, quindi, la crisi strutturale è confermata, nonostante l’aumento del pil del 2021, che ci vede al quinto posto nella graduatoria Istat”.
Occupazione
Sul fronte dell’occupazione Pampanelli ha invitato a non citare solo il dato complessivo degli occupati: “Occorre indicare come è composto questo dato: aumentano i parasubordinati, i lavoratori domestici, gli operai agricoli, che con la reintroduzione dei voucher rischiano di veder ulteriormente peggiorare la propria condizione di sfruttamento. Un contesto perciò animato da una diffusa precarietà del lavoro, discriminazione di genere, dal permanere del fenomeno dei neet e degli inattivi”. Altro dato allarmante, secondo la Cgil, è quello relativo allo spopolamento: la provincia di Perugia ha perso 50 mila abitanti in dieci anni, mentre l’indice di vecchiaia e l’indice di non autosufficienza degli anziani sono più alti della media nazionale: il 30 per cento degli abitanti è ultrasessantacinquenne e il 10 per cento ultraottantenne.