PERUGIA – Tutto secondo previsione, e non ci voleva molto, bastava seguire il buonsenso che però non sempre nel Pd perugino ha la meglio. Dunque? Dall’assemblea comunale di venerdì sera, in tutto quaranta persone con l’assenza dell’area che fa capo al sottosegretario Bocci, tutti escono con questa idea in testa (in alcuni, per la verità, non ancora molto chiara): di cambiare registro c’è bisogno, ma se il congresso si deve fare è meglio aspettare l’esito del referendum. In platea mancano i big, ma non il segretario regionale Leonelli che cerca di tenere in equilibrio la barca: e allora non affonda sul segretario Giacopetti ma allo stesso tempo si posiziona sulla linea “a Perugia si deve cambiare”.
Frasi di rito I consiglieri comunali ascoltano, in sala ci sono le solite ‘vedette’ che poi andranno a riferire ad altri l’andamento dell’assemblea, e Bistocchi sale sul palco e presenta il documento preparato insieme al collega Bori e ad altri colleghi dei circoli. Intervento a stemperare la tensione e che arriva subito dopo quello del segretario comunale che con la frase di rito “sono a disposizione del partito” aveva di fatto rimesso il cerino nelle mani di altri. Si giochicchia a centrocampo. E allora prevale il “non facciamoci del male anche se sappiamo che così non si può continuare”. Il problema è che di una idea di città e del modo in cui contenderla al centrodestra ancora nessuno parla e soprattutto nessuno ha la minima idea di chi possa candidarsi alla segreteria. Tanta buona volontà, ma per arrivare a decisioni concrete c’è ancora molta strada da fare. Si vedrà. Per il momento generali e tenenti, se ne stanno sotto coperta. Si vedrà.