
PERUGIA – Un avvocato esce di casa la mattina, saluta la moglie, porta i due figli a scuola e va al lavoro. All’ora di pranzo si ritrova bigamo e con due figli, in più, a carico. Non si tratta di un’avventura extraconiugale o un peccato tenuto a lungo nascosto, ma di un errore nella compilazione di un provvedimento giudiziario che, però, costerà lavoro e giornate alle prese con la burocrazia all’avvocato.
Protagonista della vicenda un avvocato del foro perugino che assiste una signora nel corso della separazione dal compagno e per l’affido dei figli con l’assegno di mantenimento. La donna si è costituita davanti al giudice, assistita dall’avvocato, ha spiegato le proprie ragioni (così come fatto dall’ex compagno con il proprio avvocato) e ha atteso la decisione del giudice.
La mattina in questione l’avvocato si è visto recapitare il provvedimento del giudice via posta certificata e ha scoperto di avere due figli in più e di dover pagare il mantenimento alla ex compagna. E fortuna che la ex coppia non era sposata, altrimenti sarebbe incorso nell’accusa di bigamia.
L’errore è spiegabile leggendo il provvedimento: l’avvocato non è stato inserito nella veste di difensore della donna, ma di ex compagno (il quale è sparito dalle carte processuali). L’intero dispositivo che decide sulle sorti dei figli, dell’assegno, dell’uso della casa, quindi, si basa sull’errore di persona. Da correggere quanto prima per non mettere a carico dell’avvocato i figli della coppia, il mantenimento, la casa, le spese scolastiche e mediche e tutto il resto.