Le motivazioni della Procura
Alla base del decreto, si legge in una nota a firma del procuratore Raffaele Cantone, “c’è il fatto che la società avrebbe indebitamente utilizzato, in compensazione, crediti d’imposta inesistenti relativi ad attività di formazione del personale, come constatato dall’Agenzia delle entrate. Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta, le aziende sono tenute, oltre che – viene specificato – alla corretta contabilizzazione dei costi sostenuti, ad una serie di adempimenti di carattere formale necessari ad attestarne l’effettività nonché la coerenza con gli obiettivi prefissati dal legislatore”.
Sequestro preventivo
Secondo Cantone, inoltre, “sono inoltre richieste la puntuale rendicontazione e la documentazione certificata delle modalità organizzative e dei contenuti delle attività svolte. Nel caso di specie – spiega la Procura di Perugia – l’Agenzia ha rilevato incongruenze, incompletezze e carenze tali da rendere l’intero impianto documentale inattendibile ed insufficiente a dimostrare l’effettivo svolgimento dei corsi a favore dei dipendenti”. Di conseguenza, il credito di imposta è stato considerato inesistente ed indebitamente utilizzato. Sulla base delle evidenze investigative. C’è dunque il sequestro preventivo per equivalente, finalizzato alla confisca, nei confronti della società e del suo amministratore: tre immobili, due autovetture e le somme su tre conti correnti.