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Perugia, Cgil e Uil in piazza: “Tanta gente come non si vedeva da tempo”

L'agitazione è stata accompagnata da una mobilitazione nella piazza principale del capoluogo umbro, riempita di bandiere dei due sindacati

PERUGIA – Hanno sottolineato come sia stata una piazza quattro Novembre, nel centro di Perugia, “piena, come da tempo non si vedeva” e primi “confortanti dati” sulle adesioni dei lavoratori allo sciopero Cgil e Uil in occasione della manifestazione regionale che si è svolta venerdì mattina nell’ambito dello sciopero per chiedere di alzare i salari, difendere pensioni e sanità pubblica ed estendere i diritti, ma soprattutto contro la manovra del governo Meloni. L’agitazione è stata accompagnata da una mobilitazione nella piazza principale del capoluogo umbro, riempita di bandiere dei due sindacati.

Drammatico impoverimento

Lo sciopero che, è stato sottolineato dal palco allestito accanto alla Fontana Maggiore, “non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici e lavoratori, non dà alcuna risposta all’emergenza salariale, peggiora la legge Fornero in materia di pensioni, affossa ulteriormente una sanità pubblica già in ginocchio”. Numerosi gli interventi, soprattutto con testimonianze di lavoratori di tutto il sistema produttivo umbro e non solo: sanità, trasporti, metalmeccanica, appalti, commercio, cooperazione sociale, ma anche studenti. Ad aprire gli interventi è stata la segretaria generale di Cgil Umbria, Maria Rita Paggio.

Allarme salario

“Da troppi anni – ha sottolineato – il salario dei lavoratori è diventato povero, ora e in Umbria ancora di più. C’è anche il tema delle pensioni e della salute, diritti costituzionali che non vengono oggi garantiti in Italia e nella nostra regione. Vogliamo risposte e le vogliamo vere”. Inevitabile anche il richiamo al diritto di sciopero. “Non ce lo faremo scippare – ha sottolineato Paggio – e il ministro Salvini non pensi di intimidirci perché lo sciopero è un diritto costituzionale e nessuno può permettersi di toccarlo”. Questione su cui si è soffermato anche Santo Biondo, della segreteria nazionale Uil. “Il governo e il ministro possono precettare lo sciopero attaccando incostituzionalmente i lavoratori ma non possono fermare le piazze” ha detto.

La posizione della Cisl

“Esprimiamo un giudizio altalenante rispetto alla manovra economica del Governo, ci sono alcune luci e alcune ombre”: a sottolinearlo è stato il segretario generale della Cisl Umbria Angelo Manzotti, che ha illustrato in una conferenza stampa a Perugia, le ragioni del no allo sciopero indetto da Cgil e Uil. Al quale non hanno aderito proprio per gli elementi positivi a loro avviso presenti nelle decisioni del Governo. Per la Cisl “la priorità in assoluto era tutelare le retribuzioni e le pensioni da una inflazione galoppante”. Un passo, spiega Manzotti, che si fa “abbassando la pressione fiscale sulle retribuzioni e sulle pensioni, e lo facciamo anche rinnovando i contratti di lavoro”. “Nella legge di bilancio – ha aggiunto – troviamo la questione del cuneo contributivo e soprattutto vediamo che c’è stata anche una revisione delle aliquote Irpef, soprattutto per le fasce fino a 35mila euro dove si applica l’aliquota minima del 22%. Quindi è un primo passo”. Riguardo i rinnovi contrattuali la Cisl evidenzia che “si stanno rinnovando”.

Giudizio altalenante

“Quindi – prosegue il segretario generale – c’è un giudizio altalenante. Ci sono ancora forti criticità rispetto a tutta la partita legata al sistema previdenziale, che è un ulteriore irrigidimento rispetto alla legge Fornero”. Su questo fronte la Cisl chiede “che si possa andare in pensione a 62 anni e 41 di contributi, prevedendo le flessibilità del caso e tenendo in seria considerazione quelli che sono i lavori usuranti”. Forti criticità vengono poi evidenziate per quanto riguarda opzione donna e ape sociale: “Lì vogliamo cambiare questa norma e lo vogliamo fare avviando un percorso di sensibilizzazione, sia nei confronti del Governo che delle parti politiche”. Durante l’incontro con la stampa, cui hanno partecipato anche Simona Garofano, Gianluca Giorgi e Riccardo Marcelli, il segretario generale Manzotti ha annunciato che il 25 novembre a Roma ci sarà una “manifestazione nazionale per attirare l’attenzione e rivedere l’aspetto delle pensioni, per noi fondamentale”.

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