PERUGIA – Maltrattamenti sui bambini e minacce. Accuse forti per una maestra d’asilo nido di Perugia, che andrà a processo. Ne riferisce il quotidiano Corriere dell’Umbria.
Secondo quanto emerge dall’inchiesta condotta dai carabinieri di Perugia “I bambini più piccoli erano quelli che la maestra puniva più spesso con maltrattamenti e violenza”. Una circostanza confermata dalle microcamere piazzate dagli stessi militari all’interno del nido a seguito di ripetute denunce da parte di alcuni genitori. I militari scrivono che la maestra “esercitava una forte influenza psicologica su altri bimbi, soprattutto una bambina, costretta a picchiare il suo compagno di classe sotto gli occhi dell’educatrice che non interveniva. La quale anzi lo minacciava dicendogli che se non si fosse comportato bene avrebbe mandato l’altra bimba a picchiarlo”.
L’inchiesta
Un quadro sconcertante che porterà la donna, 51 anni, sotto processo. Il racconto prosegue descrivendo uno scenario da incubo: “La maestra – si legge nella nota dell’Arma – dovendo riprendere un bambino in corsa, lo rincorre ed essendo stata vista dall’altra docente e dalla bidella simulava di essersi fatta male a causa dell’alunno. Atteggiamenti affiancati sempre da violenza sul piccolo mediante strattonate di braccia, accompagnamento del bambino in punizione mettendolo seduto con violenza sulla sedia o sulla panca”.
Pianti, paure inspiegabili e una forte insicurezza nei bambini coinvolti: da queste denunce dei genitori (precisamente sei, che si sono costituiti parte civile) è partita l’inchiesta. Secondo il capo d’imputazione l’insegnante, sospesa dalla scuola al momento del fatto, “ha maltrattato i bambini “colpendoli con calci, schiaffi, pugni, tirando loro i capelli, lasciandoli incustoditi o privi di attenzioni, in quanto teneva i tappi alle orecchie o faceva buio in classe (tenendo le tapparelle abbassate)”.
Incapacità
In aggiunta a ciò viene evidenziata “l’assoluta incapacità di gestire la classe in quanto si estraniava essendo intenta al cellulare. Questo portava gli alunni a fare ciò che volevano facendo andare la classe fuori controllo. Solo quando la situazione diventava ingestibile, la maestra manifestava comportamenti irruenti con urla, minacce fisiche e psicologiche durante i quali la maestra era l’unica insegnante in aula e sempre molto attenta a non farsi vedere dagli altri insegnanti”.