ORVIETO – Sono tre gli episodi di truffa online scoperti dagli investigatori della Polizia di Stato di Orvieto, grazie ad accurate indagini, avviate alcuni mesi fa dalla Squadra Anticrimine del Commissariato di Pubblica Sicurezza, dopo che le vittime dei raggiri si sono rivolte agli agenti raccontando di come sono cadute nella rete di persone senza scrupoli, che questa volta però sono state identificate e denunciate per truffa.
Bolletta a moglie morta. Il primo episodio risale a fine settembre, quando un 45enne di Orvieto si è presentato negli uffici del Commissariato di Piazza Cahen per sporgere denuncia contro ignoti, in quanto aveva ricevuto una bolletta del Servizio Elettrico Nazionale per un importo di 767,01 euro, relativa ad una fornitura intestata a lui ed alla moglie deceduta.
Quando l’uomo aveva chiamato il servizio clienti, aveva scoperto che a nome della moglie defunta risultavano intestate altre nove utenze, con contratti attivati in varie parti d’Italia, prevalentemente in Piemonte e uno in Campania.
Dalle indagini effettuate, è emerso che la maggior parte dei residenti agli indirizzi presenti nei contratti erano estranei alla vicenda, mentre, due persone – padre e figlio – rispettivamente di 53 e 24 anni, residenti in provincia di Caserta, hanno fornito versioni contrastanti in merito all’attivazione del contratto dell’energia elettrica, contratto che poi è risultato essere stato registrato in modo fraudolento, motivo che ha portato alla denuncia dei due.
Cellulare mai ricevuto Nel secondo caso, ad essere stato truffato è un uomo di 59 anni residente a Castel Viscardo, che ha versato la somma di 250 euro su una carta Sisal Pay Money per l’acquisto di un cellulare che non ha mai ricevuto.
L’uomo aveva visto il telefonino sul sito online Marketplace di Facebook, messo in vendita da una donna sul suo profilo e aveva telefonato per accordarsi sulle modalità di acquisto del cellulare; gli veniva chiesto di fare una ricarica di 250 euro su una carta Sisal Pay Money e gli veniva inviata – tramite foto – una copia della ricevuta di Poste Italiane dell’avvenuta spedizione (spedizione mai avvenuta in verità).
Le indagini hanno permesso di risalire all’intestatario della carta Sisal Pay, un 36enne residente a Pompei (NA), che risultava anche intestatario della scheda telefonica usata per la transazione; l’uomo, con precedenti penali per reati simili, è stato denunciato, mentre gli accertamenti volti ad identificare la donna del profilo Facebook hanno dato esito negativo.
Conto prosciugato Il terzo episodio è sicuramente quello più efferato, in quanto perpetrato ai danni di una signora non completamente autosufficiente, alla quale è stato prosciugato il conto alle Poste.
La signora ha riferito agli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto che a fine marzo aveva ricevuto un SMS, da un numero sconosciuto, in cui le si inviava un link da scaricare per fare un aggiornamento sul proprio conto corrente postale. Dato che la donna, una 63enne orvietana, aveva davvero un conto alle Poste, ha tentato di cliccare il link, senza però riuscire ad aprirlo. Immediatamente dopo, aveva ricevuto una telefonata da un numero privato e una voce femminile, dopo averle assicurato di essere una dipendente delle Poste, le aveva detto che avrebbe provveduto lei a fare gli aggiornamenti necessari, chiedendole di fornirle telefonicamente i codici di accesso al conto personale, cosa che la signora faceva.
Controllando il conto personale, avendo realizzato che potesse trattarsi di un raggiro, aveva riscontrato che subito dopo la telefonata, con la donna che si era spacciata per un’impiegata delle Poste, erano stati effettuati due addebiti di 2.990 euro ciascuno e poco prima che la signora riuscisse a bloccare il conto, un terzo addebito per un importo di 2.860 euro.
Gli accertamenti effettuati hanno portato all’individuazione di un numero utilizzato per le operazioni fraudolente di phishing, il 3314180262, intestato ad un 20enne della provincia di Caserta, che è stato rintracciato e che, fornendo spiegazioni non plausibili in merito alla documentazione presentata per l’intestazione della SIM card, è stato denunciato per truffa; le indagini sono ancora in corso per identificare gli intestatari delle tre diverse carte PostePayEvolution, sulle quali sono confluiti i tre addebiti.