Intervento impegnativo
L’intervento, particolarmente impegnativo dato il cattivo stato di conservazione dei quadri, ha previsto una approfondita pulitura della pellicola pittorica, foderatura del supporto con sostituzione degli originali telai lignei gravemente deteriorati, stuccatura e, per tre delle otto opere, anche la reintegrazione pittorica. Tra le tele, oltre alla pala di Santa Rita e Chiara, che spicca per dimensioni e qualità pittorica e che sarà presto restituita al suo altare in stucco, si distingue il quadro di Santo Stefano, che conserva ancora la sua cornice originale, sul quale è stato riportato in luce lo stemma del suo committente, una colomba bianca su tre monti con un ramoscello di ulivo nel becco, appartenente a Giuseppe Maria Gallicari, vescovo di Narni dal 1842 al 1858.
Il contributo di Carit
Il recupero delle otto opere, eseguito dall’esperto restauratore Simone Deturres nel suo laboratorio di Narni, è stato reso possibile grazie al contributo economico della Fondazione Carit erogato su richiesta di don Sergio Rossini, con partecipazione alla spesa da parte della parrocchia dei Santi Giovenale e Cassio di Narni e con l’alta sorveglianza dei lavori da parte della dottoressa Stefania Furelli della Soprintendenza di Perugia.