SPOLETO – L’Italia intera ne fece la conoscenza quando nel 2015, si schierò a favore dei migranti accolti sul territorio italiano e contro le proteste per il loro approdo presso le case d’accoglienza da parte di Forza Nuova e di parte della popolazione. Fuori della sua chiesa, di Sant’Angelo in Mercole, affisse il cartello: “Fuori i razzisti dalla mia chiesa”. Così come condannò dall’altare il gesto di Luca Traini che a Macerata sparò all’impazzata in centro uccidendo un immigrato per “vendicare” l’uccisione di Pamela Mastropietro.
Don Gianfranco Formenton è morto nel pomeriggio di giovedì 5 gennaio all’ospedale di Foligno, dove il parroco era ricoverato in coma irreversibile per un arresto cardiaco dal giorno di Natale, quando si era sentito male prima di celebrare la messa. Aveva 62 anni. A dare l’annuncio della morte è la Diocesi di Spoleto – Norcia, in profondo lutto per la scomparsa del sacerdote, le cui condizioni erano apparse subito disperate.
Per i poveri ed i migranti
Formenton era noto per le sue posizioni a favore degli ultimi e per questo riceveva spesso intimidazioni. L’ultima nel 2018, quando al ritorno dalle benedizioni pasquali trovò la casa a soqquadro, addirittura le botti del vino al piano terra aperte e il liquido contenuto in giro per le stanze, un calice spezzato e la Bibbia in terra.