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Lavoro, Umbria terza in Italia per difficoltà nel reperire personale specializzato

Il dato emerge dall’indagine realizzata da Unioncamere in accordo con l’Anpal, agenzia per le politiche attive del Lavoro, che la Camera di Commercio dell’Umbria ha elaborato.

PERUGIA – L’Umbria è fra le regioni con maggiori problemi per le imprese a livello di reperimento di personale specializzato. Il dato emerge dall’indagine realizzata da Unioncamere in accordo con l’Anpal, agenzia per le politiche attive del Lavoro, che la Camera di Commercio dell’Umbria ha elaborato.

Alcuni dati sull’Umbria

Nel trimestre luglio-agosto – L’Umbria presenta un andamento migliore della media nazionale: mette a segno +3,5% rispetto allo stesso trimestre 2021  contro il -0,1% del dato italiano. Un dato, quello umbro, che piazza la regione al sesto posto tra le realtà territoriali che evidenziano gli incrementi maggiori. In dettaglio, per l’Umbria nel primo trimestre 2022 le imprese indicano di voler procedere a 15mila 160 avviamenti al lavoro, +510 rispetto a quelli dello stesso trimestre 2021.

La regione è tra le cinque che a luglio non scendono quanto ad assunzioni totali. A luglio, infatti, le imprese umbre prevedono di effettuare 5mila 600 assunzioni, con un leggerissimo incremento (+20) rispetto a luglio 2021.

Umbria terza regione italiana per difficoltà delle imprese a reperire personale – Il 47,4% delle assunzioni previste dalle aziende umbre sono considerate “di difficile reperimento” dagli imprenditori della regione per il trimestre luglio-settembre  Un dato superiore di 7,1 punti percentuali rispetto alla media nazionale. In pratica, si tratta di ben 7mila 186 dei 15mila 160avviamenti indicati per il trimestre. Su questo versante, la situazione è peggiorata rispetto al trimestre luglio-settembre 2021, quando la percentuale degli avviamenti di “difficile reperibilità” era del 40,2%.

 

L’industria manifatturiera umbra nel trimestre luglio-settembre, insomma, tiene botta, mentre il settore subisce un colpo a livello nazionale a causa della disarticolazione delle filiere produttive avvenuta con la pandemia e poi accentuatasi con la guerra in Ucraina. Il tutto condito da maxi incrementi delle materie prime (non solo del gas). L’Italia, infatti, nel trimestre perde 17mila 830 avviamenti al lavoro nel manifatturiero, l’Umbria ne guadagna 40 (poco in sé, ma molto se paragonato al dato italiano). Volano le costruzioni ben più della media nazionale (+49,5% contro il dato nazionale del +35,7%), mentre i servizi registrano una previsione di avviamenti pari a quella della stesso trimestre 2021 (9mila 930), mentre il dato nazionale segna un arretramento (-1,5%).

Molto diversificato l’andamento all’interno del comparto servizi. Basti dire che il commercio registra in Umbria un vero e proprio boom (+77,7%, che significa in concreto 2mila 950 nuovi avviamenti, rispetto al già elevato +35,7% dell’Italia), contro i 1.660  avviamenti registrati in Umbria nel trimestre luglio-settembre 2021. Ma la voce “Servizi di alloggio e ristorazione, Servizi turistici” presenta nel trimestre, sempre rispetto allo stesso periodo 2021, un arretramento di avviamenti del 16%, che comunque è più basso del -17,6% del dato medio nazionale.

Un dato che sorprende e che si può spiegare con il fatto che, nel mese ‘forte’ per i servizi turistici, quello di agosto, in Umbria e in tutta Italia nel 2021 c’era stato un picco di turismo che aveva superato i risultati del 2019 , mentre ora le previsioni (con il Covid che ha rialzato la testa, l’inflazione sopra l’8% e anche a causa dell’eco dei disservizi aerei), pur essendo buone, appaiono più prudenti e gli imprenditori del settore prima di procedere a nuove ingressi al lavoro attendono di vedere come evolverà la situazione delle prenotazioni e delle disdette. Numeri, quindi, che se alcuni timori dovessero essere fugati (soprattutto l’andamento del Covid) potrebbero nella realtà essere rivisti al rialzo.

L’incremento delle assunzioni previste in Umbria nel trimestre luglio-settembre 2022 (rispetto allo stesso trimestre 2021) si concentra quasi esclusivamente in provincia di Perugia (Tab. 4). Dell’aumento di 510 entrate al lavoro in Umbria, infatti, 500 sono appannaggio della provincia di Perugia e solo 10 di quella di Terni. In provincia di Perugia la crescita delle assunzioni previste nel trimestre è del 4,4% (da 11mila 480 a 11mila 980),mentre in provincia di Terni la crescitaè minimale, +0,3% (da 3mila 180 a 3mila 190).

Così Mencaroni

Il Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni commenta così i dati: “Il quadro che offre il Sistema Informativo Excelsior sulle assunzioni previste dalle imprese sia nel trimestre luglio-settembre 2022, sia per lo specifico mese di luglio, per l’Umbria sono buoni, migliori del quadro nazionale. Si aggrava tuttavia il problema della difficoltà delle imprese umbre di reperire personale: ormai, con il rilevante aumento di ben 7,1 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre 2021, quasi un avviamento al lavoro su due è di ‘difficile reperibilità’. Il dato dell’Umbria, terza regione italiana per incidenza di questo fenomeno, preoccupa perché potrebbe pesare non poco sulla crescita. Una questione che, come ho detto più volte, va attenzionata e affrontata con misure immediate (come il taglio del cuneo fiscale sulle retribuzioni) e di medio e lungo periodo (come la messa a punto del sistema dell’istruzione e della formazione per renderlo più aderente alle necessità dell’economia).

E ancora: “Sul forte calo, rispetto allo stesso trimestre 2021, degli avviamenti al lavoro nel settore ‘Servizi di alloggio e ristorazione, Servizi turistici’, che a prima vista appare anomalo perché il turismo in Umbria e in Italia sta andando bene, il fenomeno si spiega con vari fattori: intanto lo scorso anno il mese di agosto – cruciale per il bilancio turistico estivo – fu da record, mentre quest’anno si profila al momento un buon mese, ma non eccezionale come quello del 2021, sia per i timori legati alla recrudescenza del Covid, sia perché una parte delle famiglie, colpite dall’inflazione, magari taglia i giorni di vacanza che avrebbero voluto fare, sia infine per un certo timore sui disservizi aerei. Davanti a uno scenario incerto, le imprese prima di procedere ad avviamenti al lavoro attendono e da qui la flessione robusta rispetto allo scorso anno. Ma se, come sembra, la recrudescenza del Covid dovesse scemare dai prossimi giorni, i risultati dell’Excelsior per gli avviamenti al lavoro nel settore turistico potrebbero essere rivisti al rialzo”.

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