Occupazione cresciuta
In questo quadro, se tra il 2021 e il 2020 l’occupazione in Umbria è cresciuta, mettendo a confronto i dati dello scorso anno con quelli del 2019, invece, si registra ancora una flessione dell’1,1 per cento, ovvero quei 4 mila posti di lavoro che ancora non sono stati recuperati. Nel triennio in questione, comunque, si contano anche 8 mila disoccupati in meno e oltre 4 mila potenziali forze di lavoro in più, nonostante la contestuale perdita demografica di oltre 7 mila persone in età in lavorativa. Sul punto dall’Aur arriva un invito alla cautela, perché la combinazione tra l’aumento di occupati e la flessione di residenti tra il 2020 e il 2021 produce una crescita del tasso di occupazione nella regione che nell’ultimo trimestre del 2021 si è attestato al 65,3 per cento, praticamente il secondo valore più alto dal 2018, dietro soltanto al 65,8 del quarto trimestre 2019.
Disoccupazione 15-74 ai minimi dal 2018
Tra le tabelle diffuse nelle ultime ore anche quelle relative al tasso di disoccupazione della popolazione tra 15 e 74 anni, che a fine 2021 segnava 5,8 per cento, risultando il più contenuto dal 2018 in avanti, anche se a beneficiarne sono soprattutto gli uomini che hanno un tasso specifico del 4,7 per cento, anche in questo caso il più basso dell’ultimo quadriennio, mentre la disoccupazione femminile è al 7,1 per cento. La stessa Aur segnala come in Umbria, al contrario di quanto rilevato a livello nazionale e nel Centro-Nord, la risalita dell’occupazione nel 2021 ha coinvolto più gli uomini che le donne.
Livello più alto registrato
In questo senso, va segnalato che il tasso di occupazione maschile 15-64 anni nel quarto trimestre del 2021 girava a 72,4 per cento superiore a ogni trimestre del 2018, ma distante dal livello più alto registrato nell’ultimo trimestre 2019, quando si attestava a 73,9 per cento. Per quanto riguarda le donne, invece, l’ultimo trimestre 2021 segna 58,4 per cento, mentre il terzo trimestre 58,8 per cento, facendo di fatto rilevare i tassi più alti dal 2018. Per l’Aur “l lavoro è finalmente ripartito, ma il riadattamento delle persone, come degli stessi operatori, a una nuova normalità sembra essere un processo più lento, oltreché più complesso, e gli sviluppi delle vicende geopolitiche di oggi non stanno certo agevolando questo cammino”.