PERUGIA – Con i ragazzi delle scuole che reggevano lo striscione in testa al corteo con la scritta “Trasformiamo il futuro” domenica mattona è partita da Perugia l’edizione speciale della “Marcia Perugia Assisi della pace e della fraternità'” dedicata alla formazione e al protagonismo dei giovani. In diecimila, affermano gli organizzatori, si sono messi in cammino sui passi di Francesco per raggiungere Assisi. Tra gli altri, alla partenza, anche Brunello Cucinelli. Presenti 280 realtà associative e sono 150 gli enti locali da tutta Italia che hanno aderito, ringraziati per la presenza dalla presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti. Anche monsignor Ivan Maffeis, vescovo di Perugia, ha augurato “buon cammino ai costruttori di pace”.
L’urgenza
“C’è urgente bisogno – ha detto – di affermare una comunicazione non ostile, ci vogliono comunicatori disposti a dialogare per bloccare la psicosi bellica. La via delle armi non assicura stabilità e indebolisce la pace”. Ancora una volta, nessun accenno all’Ucraina. “La Marcia della pace e della fraternità è il segno di un’Italia viva e vivace, coinvolta e partecipe che non si arrende alle logiche della guerra, ma si ostina a cercare il dialogo”. Cosi padre Enzo Fortunato, tra i volti più noti del francescanesimo in Italia, presente alla Perugia Assisi. “Oggi – prosegue, in una sua dichiarazione – i giovani ci dicono: ‘Ci siamo’. Tocca ai governi smettere di ignorarli, sfruttarli, uccidere il loro futuro”.
Molti sono in Romagna
Flavio Lotti, coordinatore della Marcia, sottolinea: “Molti dei nostri amici non sono oggi con noi proprio perché stanno dando una mano agli alluvionati. Mentre noi siamo invece qui a camminare per la pace, per risvegliare le coscienze affinché tutti riconoscano il proprio ruolo e il proprio impegno nel mondo e per dire che abbiamo bisogno della solidarietà e del volontariato durante tutto l’anno e non solo dopo le tragedie”: lo ha detto a margine della partenza della Marcia della pace PerugiAssisi Flavio Lotti, coordinatore del Comitato promotore, rispondendo a chi in queste ora sta accusando il popolo della pace di non essere a spalare il fango per aiutare le persone colpite dall’alluvione in Emilia Romagna.
Il patto di Assisi
Una pace sofferta ma possibile anche oggi, investendo soprattutto sulle giovani generazioni grazie anche a scuole e università italiane sempre più “laboratori di pace”. Questo il messaggio lanciato dalla “Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità” e alla base del “Patto di Assisi”, sottoscritto all’arrivo del corteo davanti al Sacro convento di San Francesco dai rettori della Rete delle università italiane per la pace, dei dirigenti scolastici della Rete nazionale delle scuole di pace e dei sindaci del Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani. Una prima firma oggi con i presenti alla Marcia e poi sarà diffuso a tutti color che vorranno aderire. Un percorso di avvio per la ricostruzione di quel “patto educativo globale”, sollecitato anche da papa Francesco, che nasce come invito ad investire sui giovani “sulla loro energia, creatività e formazione con programmi concreti e lungimiranti” come ha ricordato Flavio Lotti, coordinatore del Comitato promotore Marcia PerugiAssisi. “La pace non è la meta ma il percorso, non è il sogno ma l’urgenza dell’impegno che ci deve vedere tutti protagonisti e responsabili” ha affermato Lotti per poi aggiungere: “Serve quindi il lavoro di tutti e non solo di scuole e università. Dobbiamo imparare ad affrontare i problemi della contemporaneità investendo sulle giovani generazioni, credendo in loro. Oggi è stato il loro giorno, un nuovo ulteriore esercizio di pace”.
Presidio per l’Ucraina
A ribadire che non bisogna essere equidistanti, ci ha pensato un presidio. Il comitato “Noi non siamo equidistanti” ha organizzato – in concomitanza con la Marcia della pace Perugia Assisi – un presidio al cimitero militare inglese di Rivotorto di Assisi, dove riposano 949 caduti del Commonwealth durante la Seconda guerra mondiale, per “commemorare quanti sono caduti per la libertà in Europa, attualizzando l’iniziativa con ciò che sta accadendo in Ucraina”. Erano presenti – ha riferito Walter Biscotti, che guida il comitato spontaneo – anche rappresentanti della comunità ucraina. “Abbiamo celebrato gli eroi che sono caduti qui ad Assisi per le nostre libertà – ha detto Biscotti – e abbiamo fatto il parallelo con chi si sta battendo oggi per le libertà del popolo ucraino. Questo è il nostro modo di onorare, tra Perugia e Assisi, la pace. La pace che non deve essere equidistanza tra aggressore e aggredito, ma deve essere interpretata come condanna senza se e senza ma di chi aggredisce un altro popolo. Quindi condanna senza se e senza ma alla politica russa di Putin”.
“Questo – hanno spiegato i promotori – è il nostro messaggio di oggi e abbiamo voluto farlo come comitato Noi non siamo equidistanti proprio a quest’ora, in questo momento, mentre sta arrivando la Marcia della pace di Assisi, onorando in maniera diversa la pace, onorando in maniera diversa una pace da raggiungere non attraverso la pace eterna del popolo aggredito, ma attraverso una pace che deve considerare il ritiro dei russi oltre i loro confini”.