Il quadro
Per l’Umbria il Rapporto Uif 2022 di Bankitalia evidenzia 1.283 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette nel 2022, in crescita del 5,5% rispetto al 2021, meno del +11,4% del dato nazionale. E queste segnalazioni rappresentano lo 0,9% del totale nazionale, quindi meno del peso del Pil della regione (1,4% circa) e meno anche del peso della popolazione umbra sul totale italiano (1,4% circa). Per quanto riguarda le cosiddette “comunicazioni oggettive” (quelle, cioè, che emergono da elementi oggettivi di sospetto) è posizionata nel terzo dei quattro quartili – quindi in una posizione medio-alta – per importi relativi al Pil della regione. In altre parole, meno comunicazioni di operazioni sospette ma di importo più elevato.
Fascia medio-alta
Inoltre, se nel ricorso al contante l’Umbria è posizionata nella fascia medio-alta di rischio, nelle anomalie dell’uso del contante la regione si posiziona per una parte (calibrata grosso modo sul Perugino) nella fascia medio-alta e per un’altra (che comprende parte della Ternano) nella fascia alta di rischio. L’esigenza di assicurare una maggiore trasparenza dei veicoli societari rappresenta una questione centrale nel campo dell’antiriciclaggio, in parte soddisfatta con l’indicazione del beneficiario effettivo nei registri commerciali di molti paesi. I pochi studi su questo argomento confermano che le imprese opache hanno maggiori probabilità di essere coinvolte in condotte illecite. In considerazione della rilevanza del tema, è stato messo a punto un indicatore che utilizza i dati di InfoCamere, basato su tre sotto-indicatori che misurano l’opacità lungo dimensioni diverse: l’opacità negli assetti proprietari, nella struttura di governance e in altre caratteristiche societarie.