Imprese umbre, nel 2018 timidi segnali di ripresa ma nel 2019 previsti meno investimenti: quadro in chiaroscuro
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Un'azienda alimentare
Manifatturiero Nel quarto trimestre 2018 si registra una ripresa congiunturale della produzione (+5,0%), dopo i dati negativi dei due trimestri centrali dell’anno, che mantiene la crescita tendenziale al +2,4%. Per le aziende artigiane manifatturiere il dato congiunturale è ancora più positivo (+6,6%) ma si registra una decelerazione di maggiore intensità del dato tendenziale (+0,8%) rispetto alle non artigiane.
Anche da punto di vista settoriale, il 2018 si chiude con un risultato complessivamente positivo della produzione che mostra una contrazione congiunturale solo per industrie elettriche (-1,9%) e industrie tessili (-0,3%) mentre trainano il comparto crescendo più della media le industrie alimentari(+9,0%), le industrie del legno (+9,4%), le industrie dei metalli(+5,4%). Significativamente positivi anche industrie chimiche (+3,5%), industrie meccaniche (+3,9%) e altre industrie (+4,3%). Nel confronto tendenziale molto bene le industrie meccaniche (+7,6%) e le industrie dei metalli (+6,4%).
Fatturato Il fatturato totale per le imprese manifatturiere cresce ancora su base annua ma con un leggero rallentamento (+1,3% contro il +4,8% del 2017). Per l’artigianato il rallentamento è più marcato con la variazione tendenziale al -0,9% (+2,2% lo scorso anno), mentre nel confronto con il trimestre precedente il dato (+6,7%) è migliore delle imprese non artigiane (+4,4%). Il fatturato interno è positivo sia rispetto al trimestre precedente, con un +4,1%, che a quello dello stesso trimestre dello scorso anno +2,7%. Modesta la crescita del dato congiunturale del fatturato estero (+0,9%) e del tendenziale (+1,1%) che in particolare cresce con una maggiore intensità per le imprese artigiane (+3,0%). L’andamento degli ordinativi ricalca quello della produzione, con percentuali di crescita in progressiva decelerazione. Gli ordinativi provenienti dal mercato interno si presentano i più dinamici nell’ultimo quarto dell’anno e crescono complessivamente del 3,4% su base tendenziale (contro il +4,8 del 2017). Gli ordini dall’estero in corso d’anno hanno ridotto i tassi di crescita tendenziali +1% nel confronto con il quarto trimestre del 2017, registrando una contrazione di -0,8% nella variazione congiunturale di fine anno. Per le imprese artigiane si confermano tassi di crescita tendenziali negativi (-3,1%) sia per gli ordinativi interni che esteri e nel confronto congiunturale perdono punti ulteriormente (-8,2%) mentre molto più confortanti sono quelli interni che recuperano un 4,5%.
Occupazione L’occupazione per la manifattura presenta un saldo positivo sia nel confronto con il trimestre precedente (+0,2%) che confrontata con la fine del 2017 (+1,2%). Per quanto attiene ai settori sono solo due quelli con variazione negativa ed esattamente industrie tessili (-2,7%) e industrie dei metalli (-0,1%), mentre la variazione positiva migliore la registrano le imprese meccaniche con un +2,1%. A livello dimensionale perdono le micro con -0,8% mentre le piccole segnano un +2,5% e le medio-grandi un +3,2%. Il grado di utilizzo degli impianti in totale risulta essere del 69,5%, 4 punti percentuali in più rispetto al 65,5% del trimestre precedente (nel IV trimestre 2017 il valore era stato del 65,9%) e a livello settoriale sono le industrie elettriche a distinguersi per il maggior impiego con un 81,8% seguite dalle industrie meccaniche con 78,3%, dalle industrie alimentari con 78,1% e per finire con le industrie dei metalli che con il 73% è il quarto settore che supera il 70% di utilizzo. A livello dimensionale sono le imprese tra 10 a 49 addetti a totalizzare la percentuale più ampia con un 80 %. Le settimane di produzione assicurata dal portafoglio ordini del campione di imprese intervistate alla fine del quarto trimestre 2018 è di 9,8, superiore al 7,7 registrati dal trimestre scorso e al dato di giugno 2018. Per quanto attiene alla divisione imprese artigiane queste segnano una media di 9,6 settimane. A livello dimensionale le settimane di produzione assicurata per le imprese oltre i 50 addetti è di 13,4 settimane, per quelle da 10 a 49 addetti è di 11,3 e per le micro imprese sale a 9,4.
Investimenti Le aspettative degli imprenditori del settore manifatturiero su produzione, fatturato, ordinativi e occupazione confermano una stabilità ma con una prevalenza di previsioni negative rispetto a quelle positive ad eccezione degli ordinativi esteri che aumenteranno per il 23,1% degli imprenditori intervistati mentre diminuiranno per il 12,3%. L’approfondimento sugli investimenti consente di monitorare l’andamento dell’accumulazione di capitale per le imprese manifatturiere della nostra regione, che può costituire un importante driver per la crescita. I risultati della nostra indagine mostrano che la quota di imprese che hanno fatto investimenti nel 2018 è del 41,8% che risulta in crescita rispetto al 2017 (32,3%) ma inferiore al 2016 quando la percentuale era del 50,8. A livello settoriale sono le industrie dei metalli che risultano investire di più con il 67,2%, seguono le chimiche con 53,6% e le industrie elettriche con 51,6% mentre quelle che investono meno sono le industrie del legno con solo il 18,9% delle appartenenti al settore. Il 28,5% degli intervistati hanno investito in macchinari e attrezzature, il 10,4% in elaboratori e sistemi elettronici, il 6,7% in impianti fissi e il 6,6% in ricerca e sviluppo (6,7 il valore del 2017). In merito all’importo degli investimenti fatti, sono inferiori ai 25 mila euro quelli del 50,8% degli intervistati (34,8% la percentuale del 2017), mentre ammontano al 23,9% quelli compresi tra i 25 mila e i 100 mila e a superare i 500 mila euro sono il 7,9%.
Il 2019 Le previsioni per 2019 sono di minori investimenti e in alcuni casi la riduzione è notevole il -30% per le industrie dei metalli e nelle industrie elettriche o il 15% in meno nelle chimiche. Il canale di finanziamento più utilizzato è l’autofinanziamento per il 52,5%, segue con il 26,1% il credito bancario che risulta superiore di 3 punti percentuali rispetto a quanto registrato nel 2017. L’approfondimento di questo fine 2018 ha preso anche in esame un arco temporale corrispondente agli ultimi 6 anni per capire quante imprese hanno usufruito degli strumenti agevolati e di quali, e così risulta che dal 2013 ad oggi il 70,1% delle imprese intervistate non ha usufruito di strumenti agevolati.
A livello dimensionale negli ultimi 6 anni hanno usufruito di strumenti agevolati il 52,4% delle imprese oltre i 50 addetti, il 41,6% delle piccole e il 23,6% delle micro. In merito agli strumenti agevolati utilizzati il 56,1% ha usato agevolazioni a carattere nazionale diversi da POR FESR e fondi regionali e comunitari, il 17% ha utilizzato sia fondi POR FESR 2014-2020 e fondi regionali, e il 9,1% fondi POR FESR 2007-2013.
Commercio Le criticità emerse in questo quarto trimestre riguardano unicamente il confronto tendenziale e rispetto ai risultati dello scorso anno a perdere sono l’occupazione (-0,5%) e gli ordinativi ai fornitori (-0,6%), perdite quindi contenute che non arrivano neanche all’1%. Invariati i prezzi delle vendite e positivo, anche se di un modestissimo +0,1%, l’andamento delle vendite. Rispetto al settembre scorso aumentano gli ordinativi ai fornitori del 2,5%, le vendite del 1,3% e l’occupazione dello 0,4%. Il commercio al dettaglio dei prodotti alimentari ha valori altalenanti e comunque variazioni negative maggiori rispetto al commercio al dettaglio dei non alimentari, e anche gli ipermercati hanno visto momenti migliori.
Previsioni Le indicazioni degli imprenditori intervistati sull’andamento atteso per l’inizio del 2019 continuano a vedere una situazione di stazionarietà come aspettativa prevalente. Si prevedono valori stazionari per quanto attiene l’occupazione per l’85,4%, con una aspettativa di diminuzione del 12,1% e una di aumento del 2,5%. Gli ordini ai fornitori resteranno stazionari per il 53,4% con le aspettative di diminuzioni che superano notevolmente quelle di aumento (33,7% contro il 13%). Per 75,2% degli intervistati i prezzi di vendita resteranno stabili mentre per il fatturato il 42,5% gli imprenditori prevede un peggioramento e solo l’11,6% ritiene che ci potrà essere un aumento. Quindi aspettative peggiori anche rispetto al trimestre precedente.
Commercio Nel 2018 il 33,9% (nel 2017 il risultato era stato del 38%) delle imprese intervistate ha effettuato investimenti; percentuale che scende al 32% per il commercio al dettaglio dei prodotti non alimentari (38% lo scorso anno), sale al 40,1% per gli ipermercati (lo scorso anno la percentuale era stata del 46,8%) e al 41,4% per il commercio al dettaglio dei prodotti alimentari (unico settore in aumento rispetto al 29,5% dell’anno scorso). Le previsioni per il 2019 prevedono diverse diminuzioni: il totale scenderà dal 33,9% del 2018 al 25,4% e la contrazione negli investimenti è condivisa in tutti i settori.
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