ORVIETO – Tira e molla, molla e tira. Alla fine, sul controverso e annoso progetto che prevede nell’Orvietano la realizzazione di un impianto sperimentale geotermico, il ministero competente sembra aver messo la parola fine. E lo fa con un atto formale – una lettera – con cui rispedisce il cerino acceso alla Regione Umbria, visto che sul tema da mesi va in scena una ostilità di diversi enti locali del territorio, tra manifestazioni di protesta e carte bollate.
Intemerata di Raffaele Nevi La missiva ministeriale è stata resa nota stamane nella città della Rupe dal capogruppo in Regione di Forza Italia, Raffaele Nevi, nel corso di una conferenza stampa presso l’ospedale, dedicata ad alcune urgenti problematiche orvietane.
Lettera del Ministero Una lettera, protocollata al 21 ottobre scorso e firmata dal direttore generale del dipartimento per la sicurezza ambientale delle attività minerarie ed energetiche, Franco Terlizzese, infatti, è piuttosto perentoria. In qualche modo, definitiva. La missiva (l’oggetto è “Istanza di permesso di ricerche geotermiche finalizzato alla sperimentazione di impianto pilota denominato Castel Giorgio-Torre Alfina”) è indirizzata, tra gli altri, alla stessa Regione e alla società realizzatrice, la ITW-LKW Geotermia Italia.
Nel testo, il direttore generale Terlizzese ricorda che il Ministero aveva già chiesto alla Regione il rilascio dell’intesa per la conclusione del procedimento e che l’ente regionale aveva inviato, in risposta, la propria delibera sull’argomento del giugno 2016, contenente delle prescrizioni e delle indicazioni recepite dal Ministero nel decreto in merito, a cominciare da quelle di non procede senza una condivisione con il territorio interessato. L’ufficio ministeriale ricorda anche come il “procedimento ha ottenuto ormai da tempo sia il parere favorevole della Cirm che il giudizio positivo di compatibilità ambientale”, ma che, ciononostante, “questo Ministero ha ritenuto comunque opportuno espletare una verifica delle possibilità oggettive di raggiungere un accordo con le amministrazioni locali”, la cui posizione contraria all’impianto era già stata resa nota.
Dialogo impossibile con gli enti locali Ebbene, la lettera ministeriale conclude che “constatata tuttavia nella riunione del 20 settembre 2016 la ferma contrarietà al progetto da parte del Comune di Castel Giorgio e la inesistenza di possibili spazi per il dialogo, questo Ministero non ha ritenuto utile esperire altri tentativi in tal senso, nè, a maggior ragione, estendere il coinvolgimento ad altre amministrazioni locali. Di conseguenza, questa amministrazione ritiene conclusa l’istruttoria e non avendo motivi ostatitivi di propria competenza al rilascio del permesso, trasmette, ai fini dell’intesa, uno schema di decreto basato su risultanze procedimentali tecniche favorevoli ad esso”. Da precisare che tale autorizzazione risulta uno stralcio di una più estesa istanza di permesso, così permettendo “di limitare l’ampiezza del titolo minerario alle aree interessate dall’impianto pilota nel comune di Castel Giorgio”. Per cui, il Ministero resta “in attesa di riscontro urgente, in considerazione della natura strategica degli impianti pilota geotermici”. Palla, dunque, a palazzo Donini. Tutta intera.