PERUGIA – Uno, due tre: ci risiamo. Anche sulla candidatura alle suppletive per il Senato il Pd trova il modo di farsi del male. E la candidatura del dirigente scolastico di Terni Maria Elisabetta Mascio è l’ennesima cartina di tornasole. Democratici spaccati al loro interno e sostanzialmente isolati con quel che resta del centrosinistra. Nel mirino, ancora una volta ma ormai siamo alla quarantesima, finisce il commissario regionale e deputato Walter Verini e la sua cerchia strettissima. E ancora una volta l’accusa è quella, come avvenne sui candidati alle elezioni regionali, di aver fatto come dice un dirigente dem di Terni “commissioni su commissioni per poi ritrovarsi a decidere lui insieme ad altri tre. Morale? Hanno deciso lui, Paparelli e Rossi”. Il dolce al veleno è servito. Con una postilla di scenario: se alle elezioni regionali c’era un clima d’assedio che in qualche modo aiutava, ora con l’aria del congresso che molti respirano a pieni polmoni la situazione si fa sempre più arroventata.
Telefonata Esempio plastico? Sabato mattina, nel corso di un incontro al Park Hotel di Ponte San Giovanni, il vice ministro Anna Ascani a proposito della candidatura di Mascio si è rivolta così ai colleghi di partito: “Io come tutti voi farò campagna elettorale ma il candidato è stato scelto senza coinvolgere nessuno. Io non ho ricevuto neanche una chiamata e non so voi”. In sala, è scattato subito l’applauso, anche da parte di coloro che per anni non hanno avuto la minima simpatia per la ragazza di Città di Castello e parliamo di sindaci, consiglieri regionali attuali e passati e non pochi militanti. Insomma, il rischio è che sulla candidatura di Mascio si abbatta quello che oggi, in molti nel Pd, chiamano l’effetto Bianconi: candidato presidente alla Regione scelto dopo una lungo slalom e che il partito accettò in un silenzio che nulla di buona faceva presagire. E alle urne si è visto. Ora, anche il silenzio si è rotto. Ma se il fronte interno è incandescente fuori dal Pd il metodo delle commissioni come scatole cinesi sortisce lo stesso effetto. Ad applaudire Mascio in platea ci sono Pd e Sinistra civica verde, ovvero solo il Pd. Tutto il resto si è messo in disparte. A partire dai renziani di Italia Viva che per bocca del senatore Leonardo Grimani fanno sapere che loro “daranno battaglia contro la destra” ma che sulla scelta del candidato è meglio suonare alla porta di altri.
Convocazione Il consigliere regionale Andrea Fora, dopo settimane di richiamo al dialogo, manda a dire “che ancora una volta il Pd o un pezzo del Pd ha deciso di portare avanti la partita in solitaria e questo non è certo un bene” mentre i socialisti mandano a dire che Verini li ha convocati all’ultimo momento, come se fossero degli invitati di terza fascia: “Verini ci ha comunicato il nome individuato dal Pd sole venerdì, e ci ha chiesto addirittura la possibilità di utilizzazione dei simboli dei partiti”. Come a dire: venga avanti la servitù a sparecchiare. Quadro non proprio brillante, mentre dalle parti della sede ternana di piazza Mazzini si preferisce non commentare o buttarla sull’ironico: “Chiedete al sindaco di Narni De Rebotti perché non si è voluto candidare, poi magari ne riparliamo. Qui ormai ci si muove come al buio dentro una stanza…”. E per per ora non si vede nemmeno chi possa avvicinarsi all’interruttore.