TERNI – Altro tavolo, altri nomi, altri veleni e l’ennesimo nulla di fatto. Partiamo dal centrodestra. In vista delle elezioni amministrative del 14 e 15 maggio Terni è diventata la cartina di tornasole delle faide interne ai partiti, soprattutto Fratelli d’Italia e Lega. Un quadro frantumato. Nel partito del premier Meloni il senatore e coordinatore regionale Franco Zaffini tenta di fare argine sulla candidatura dell’assessore Orlando Masselli, mentre dall’altra parte il sottosegretario Emanuele Prisco e il presidente del consiglio regionale Marco Squarta tengono duro sulla ricandidatura del sindaco uscente della Lega, Leonardo Latini. E nella Lega? Tutto per aria: il coordinatore regionale e parlamentare Virginio Caparvi all’ennesimo tavolo andato in scena sabato ha lanciato la candidatura dell’ex senatrice Valeria Alessandrini. Metà partito è caduto dalle nuvole e gli alleati hanno subito tirato il freno a mano. Candidatura già tramontata.
Il malumore della presidente Tesei
La presidente Tesei viene raccontata come più che indispettita per la bagarre ternana e si sarebbe convinta che la ricandidatura di Latini sarebbe il male minore. Ma ormai la giostra gira e nessuno sembra in grado di governarla. La prossima settimana a Palazzo Spada si deve approvare il Bilancio e mezza Lega è pronta a far mancare i numeri al sindaco. Urla, minacce e telefonate. Da Roma, tutti rassicurano tutti ma nessuno prende l’iniziativa per trovare una soluzione. Alla fine viene della riunione di sabato viene fatto circolare un comunicato che fa appello all’unità ma non si con chi: “In ogni Comune al voto in Umbria – scrivono – le forze di centrodestra si presenteranno compatte e senza divisioni, per continuare a dare quelle risposte che i cittadini meritano. Non ci sono diktat da parte di nessun partito e si lavora in maniera seria e unitaria per garantire ad ogni territorio una proposta valida, fatta di competenza e capacità, imperniata su valori condivisi e in linea con il progetto di centrodestra”. All’ultimo giro potrebbe spuntare il nome dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Enrico Melasecche. La soluzione sbloccherebbe anche l’eventuale ingresso in giunta regionale di un esponente del partito di Meloni. Ma siamo al pantano.
Centrosinistra in tilt
Ma se nel centrodestra non si ride, la situazione è surreale anche nel centrosinistra con autocandidati e nomi che spuntano giorno dopo giorno. Le primarie sembrano ormai archiviate e il candidato a sindaco non si capisce chi possa essere. Terni come laboratorio delle faide a destra e sinistra. Altro giro, altra corsa.