PERUGIA – Questa volta, a differenza di altri passaggi, la presidente dell’Umbria Tesei mette da parte la diplomazia e va all’attacco del Governo. Il motivo? Il decreto Cura Italia “non va nella direzione di fare ripartire il Paese”. Secondo Tesei il premier Conte non avrebbe rispettato patti perché non ha dato il via libera alle richieste di sblocco degli avanzi vincolati e deroga al codice degli appalti chiesto dalle Regioni. Queste secondo Tesei erano le misure “che da un lato avrebbero fatto partire i cantieri mentre sul versante degli avanzi vincolati avrebbero liberato “risorse per 220 milioni di euro”. La presidente mercoledì mattina in consiglio regionale, nel corso della discussione sul Bilancio, rompe gli indugi politici.
Richiesta “Su tutte – ha precisato – avevamo chiesto, con la condivisione della Conferenza Stato-Regioni, insieme al collega Bonaccini, la deroga al codice degli appalti, altrimenti nulla potrà partire. Penso alle zone terremotate della Valnerina, al danno che hanno e all’inerzia subita, a cui sono costretti a sommare anche quelli dovuti al Coronavirus. Se non acceleriamo sullo snellimento delle procedure e non sblocchiamo le opere pubbliche l’Umbria non può ripartire. Era un punto fondamentale “lo sblocco degli avanzi vincolati, non solo dell’avanzo primario. Comporta una differenza di utilizzo delle risorse, enorme. Per l’Umbria significa 5 milioni di euro per quello primario. Mentre 220 milioni di euro per gli avanzi vincolati”.
Mascherine Passaggio molto duro anche per quanto riguarda i presidi sanitari e le mascherine. “Come tutti sono in contatto diretto con i ministri, per approntare gli ospedali dedicati e per fronteggiare emergenza. Intanto se da un lato la chiusura di certi paesi e la centralizzazione degli acquisti non ci consentono di procedere ad acquistare presidi neppure con risorse proprie, tantomeno con gli aiuti di privati e fondazioni, per via della chiusura del mercato, dall’altro, ci sentiamo dire che una regine come l’Umbria, rispetto ai 500 ventilatori acquistati dallo Stato, ne riceverà solo due, e fra 15 giorni. La ridistribuzione non la possiamo fare sulla base dei numeri che sono più tranquillizanti. Bisogna tenere conto che l’esplosione del contagio è veloce. Stiamo provando a fare di tutto. Ringrazio tutti a partire dai medici”. Accuse pesanti.
Ripartenza A proposito della ripartenza economica Tesei , in chiusura, ha dichiarato: “Serve un miliardo per far ripartire l’Umbria perché ci sarà un calo del Pil tra 2,8 e 12 per cento”, con l’Umbria “tra ultime regioni italiane”. A chiudere Tesei chiama in causa l’Europa: “Serve uno sforzo da parte del Governo nazionale e dell’Europa. Serve una visione di questo genere e non puntualizzare le virgole. Ci sono sei-sette regioni in esercizio provvisorio e il Governo ha dato ulteriore tempo. Nonostante ciò siamo qui – sottolinea – per approvare questo documento che diventa essenziale per affrontare il presente e il futuro. Non voglio fare polemiche, non è interesse agli umbri. Si rende necessaria la nota di aggiornamento perché questo bilancio frutto di una attenta analisi, della necessità di andare a cercare risorse attraverso la spending review. Somme che pensavamo di usare per dare una spinta all’economia umbra che è davvero in uno stato preoccupante e che oggi andrà a soffrire ancora di più”.