Ceri “offesi” dal logo taekwondo, Stirati: pronti a tutelarci
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Il logo sotto accusa
GUBBIO – I Ceri mandati in pezzi da un atleta nel logo della sezione Umbria della Fita (Federazione italiana taekwondo, una delle arti marziali di origine orientale) sono solo l’ennesimo episodio di utilizzo “creativo” dell’immagine della Festa che rappresenta l’identità eugubina e non solo, visto che dal 1973 i Ceri di Gubbio figurano nello stemma della Regione Umbria. Nel passato è toccato ai salumi, a trasmissioni televisive poco documentate e a molto altro. Stavolta però oltre all’indignazione, il Comune di Gubbio e tutte le altre componenti della Festa dei Ceri (Università dei muratori, Famiglie ceraiole e Diocesi) promettono azioni di tutela anche dal punto di vista giuridico.
“E’ un’ulteriore occasione per essere fortemente indignati – dichiara il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati – per questo nuovo abuso di tipo commerciale, volgare e offensivo dell’immagine e dei valori della secolare ‘Festa dei Ceri’ di Gubbio che è anche emblema dell’intera Umbria, chiamata dunque in causa come ente regionale ad adottare opportune contro misure. Come in altre deplorevoli situazioni, questi simboli intangibili della nostra città sono stati vilipesi e strumentalizzati senza tener conto minimamente del rispetto dovuto, cercando di sfruttare la popolarità di cui i Ceri godono in tutto il mondo”.
Stirati affonda: “Non vogliamo più rimanere nella fase della sterile protesta, è venuto il momento di agire. L’ultima riunione del Tavolo della ‘Festa dei Ceri’, che comprende tutte le componenti della manifestazione, ha acquisito una serie di autorevoli pareri di carattere giuridico-amministrativo, ribadendo di dover adottare un formale atto di tutela. Occorre procedere in tal senso con determinazione verso tutte le immagini fondamentali della storia della città, legate al folklore e non solo, consentendoci di perseguire per legge ogni improprio utilizzo. E’ necessario rompere gli indugi – conclude – e procedere speditamente verso una soluzione giuridica che finalmente metta al riparo il fondamentale patrimonio identitario di Gubbio”.
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