PERUGIA – Si intitola “Carabinieri Kaputt” il libro di Maurizio Piccirilli in cui, attraverso le testimonianze di alcuni giovani carabinieri sopravvissuti e ancora viventi, si narra l’episodio poco noto della deportazione in massa dei carabinieri in stanza a Roma dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Una settimana prima del rastrellamento degli ebrei di Roma, il ministro della Guerra della repubblica sociale, generale Rodolfo Graziani, ordinò ai carabinieri di rimanere confinati nelle caserme e consegnare le armi. Il 7 ottobre 1943, duemila di loro saranno fatti prigionieri delle SS e deportati nei lager. Erano tutti giovanissimi, 19 anni appena, ancora allievi.
Il volume è stato presentato venerdì 7 febbraio al palazzo della Provincia di Perugia. Un appuntamento che ha ricordato gli attimi intensi di quell’episodio che, per usare le parole dell’autore, “è poco noto per un duplice motivo: perché era doloroso per i superstiti rimembrare certe situazioni e per un senso di colpa dei sopravvissuti nei confronti dei tanti che non ce l’hanno fatta”.
Alla presentazione del libro – che contiene anche un capitolo dedicato alle mogli degli ufficiali, quasi tutti trucidati nelle Fosse Ardeatine, che hanno contribuito alla Resistenza a Roma – hanno preso parte, oltre all’autore Piccirilli, varie autorità: il prefetto Claudio Sgaraglia, Fausto Cardella (Procuratore generale preso la Corte di appello di Perugia), Sandro Pasquali (vicepresidente della Provincia), il professore Pasquale Guerra che ha coordinato gli interventi e Tullio del Sette, generale, ex comandante generale dell’Arma dei Carabinieri.
Maurizio Piccirilli giornalista, fotoreporter e inviato, è stato caposervizio del quotidiano Il Tempo e si è occupato di esteri, terrorismo e criminalità nazionale ed internazionale.