Il quadro nel dettaglio
In dettaglio, delle 26 domande umbre di brevetto pubblicate nel 2021 ventuno sono state presentate da imprese, una da enti di ricerca e quattro da soggetti privati. A livello di province, 23 domande riguardano la provincia di Perugia e tre quella di Terni. L’analisi per campo tecnologico mostra che nel 2021 in Umbria il campo delle “necessità umane” e quello delle “tecniche industriali e trasporti”, con 16 brevetti pubblicati, assorbono oltre il 60 per cento della capacità inventiva umbra del ‘made in Italy’. Due brevetti riguardano invece la “chimica e metallurgia”, due l’elettricità e uno la fisica. Nella regione quasi un brevetto ogni nove si riferisce alle Ket (Key enabling technologies), le tecnologie – il biotech, la fotonica, i materiali avanzati, la nano e la microelettronica, le nanotecnologie e la manifattura avanzata – che la Commissione europea considera abilitanti a tutti gli effetti, grazie alla loro diffusione pervasiva in tutti i settori di attività. Un dato anche qui molto basso, visto che nella media nazionale si riferisce alla categoria Ket un brevetto su cinque.
Le difficoltà
Quanto alle tecnologie green, l’Umbria nel 2021 conta un solo brevetto. “I dati sulle domande umbre di brevetto europeo – ha commentato il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni – non sono certo esaltanti, confermando e anzi aggravando la situazione precedente. Si tratta di un tema di grande rilevanza perché evidenzia – cosa non nuova, peraltro – le difficoltà del sistema produttivo umbro a salire nei livelli di competitività e di crescita potenziale, trainata dalle nuove tecnologie. Ciò impone di moltiplicare gli sforzi per incentivare il sistema economico regionale a mettersi su una prospettiva solida di modernizzazione e innovazione, in cui le ‘invenzioni’ giocano un ruolo cruciale. Un tema che è già al centro dell’azione delle Istituzioni, ma la cui azione operativa va indubbiamente rafforzata. La Camera di Commercio dell’Umbria farà, come sempre, la propria parte, conscia che in una regione che vanta una presenza universitaria significativa, la sfida può essere certamente difficile ma non improba”.