TERNI – Venerdì giornata di incontri chiave per il Gruppo Arvedi e per il futuro siderurgico di Terni. Il presidente di Finarvedi, holding del gruppo siderurgico, Giovanni Arvedi, ha incontrato la presidente della Regione Donatella Tesei ed all’assessore allo Sviluppo economico Michele Fioroni. Presente in videoconferenza, data la positività al Covid, il sindaco di Terni Leonardo Latini. Motivo dell’incontro, l’illustrazione del il “Piano Industriale per la decarbonizzazione di Acciai Speciali Terni con introduzione di idrogeno verde”, che nel pomeriggio verrà presentato alla stampa. All’incontro hanno partecipato l’amministratore delegato di Finarvedi, Mario Caldonazzo, e il direttore di stabilimento e componente del board, Dimitri Menecali.
Ambiente, verde e sicurezza
Il cavaliere Arvedi ha evidenziato alla presidente Tesei e al sindaco Latini gli obiettivi di Acciai Speciali Terni per i prossimi anni, che saranno focalizzati sull’attenzione per l’ambiente, la sicurezza e la completa decarbonizzazione del sito umbro con l’introduzione dell’idrogeno verde.
Il presidente Arvedi ha inoltre ribadito l’impegno al rilancio industriale del sito di Terni con il mantenimento dei livelli occupazionali e ha riaffermato la volontà di continuare il dialogo e la proficua collaborazione con la presidente Tesei, il sindaco Latini e tutte le istituzioni del territorio.
Tesei e Latini
La presidente Tesei, consapevole dell’importanza dell’Ast per l’occupazione e l’intera economia regionale e certa delle potenzialità del sito ternano, si è detta soddisfatta di quanto emerso nel corso dell’incontro, in particolare degli ingenti investimenti previsti che dovranno avere ricadute rilevanti sul territorio; ha ribadito la disponibilità – per quanto di competenza della Regione – a creare le condizioni affinché il Gruppo Arvedi possa operare al meglio in Umbria. Il sindaco Latini ha valutato di grande interesse il colloquio con Giovanni Arvedi, ricordando che fin dalle prime interlocuzioni era emersa una sostanziale convergenza nel modo d’intendere il futuro delle Acciaierie nel rispetto di lavoratori, ambiente e comunità.
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I nuovi impianti
Il piano industriale punta su direttive chiare e precise: “Questa azienda era un tavolo a tre gambe: Fucine, Magnetico ed Inox – ha spiegato – Ora ne ha due e traballa, perché l’acciaio è prodotto in maniera ridotta rispetto alle possibilità, le fucine stentano e il magnetico, che è il settore più redditizio è sparito. Delle quattro aziende che nell’Unione Europea operano in questo settore, Ast è quella messa peggio. Dobbiamo quindi intervenire per il rilancio del sito, dell’azienda a livello internazionale, lo faremo attraverso un accordo di programma. Ast arriva da 10 anni di intorpidimento e di decisioni non sempre pienamente condivise: dobbiamo recuperare terreno sull’aspetto sociale, professionale ed umano. Sono un cattolico e per me la dignità del lavoro è fondamentale”.
Il piano – che sarà attuato in due tempi – prevede la realizzazione di nuovi impianti (un laminatorio a freddo, una linea di ricottura brillante, un’altra di decapaggio, laminazione e ricottura per acciaio inossidabile e un forno di riscaldo bramme con combustione idrogeno-metano) e di un innovativo parco rottame, oltre ad nuovo complesso di finitura per acciaio magnetico di 50 mila metri quadri.L’obiettivo della proprietà è quello di utilizzare l’intera capacità produttiva dei due forni presenti in acciaieria, portandola fino a circa un milione 600 mila tonnellate.
Particolare accento è stato messo sul magnetico, che Arvedi ha in programma di rilanciare e tornare a produrre entro 4-5 anni: “Per molto tempo qui ci si è concentrati sulla vendita, è ora di tornare a concentrarsi anche sulla produzione”. Confermato quanto era stato detto in precedenza al momento dell’acquisto, vale a dire investimenti per 1 miliardo.
La reazione dei sindacati

Il piano presentato dal gruppo Arvedi per Ast “guarda al futuro parlando già di idrogeno e acciaio verde”: lo dice in una nota il segretario nazionale Fim Cisl, Valerio D’ Alò, dopo l’incontro con la nuova proprietà del sito di Terni. Il sindacato valuta “positivamente” il piano. “Arvedi – dice D’ Alò in una nota – ha parlato anche di sostenibilità energetica facendo riferimento alla necessità di ricorrere ad approvvigionamenti da energie rinnovabili. Un piano insomma che guarda al futuro e ad una produzione verde e sostenibile dell’ acciaio. Ora è importante in questo percorso di rilancio e investimenti che ognuno faccia la sua parte e soprattutto che le istituzioni e gli enti sia locali che nazionali, rendano agevoli tutti quei percorsi normativi ed autorizzativi che devono accompagnare un piano di questa portata”.
“Dopo anni di incertezza e di insoddisfacente gestione di Thyssenkrupp, il piano industriale presentato oggi da Arvedi per il rilancio di Terni con un miliardo di euro di investimenti ha tutte le caratteristiche per avere successo”, ha dichiarato, in una nota, sono Guglielmo Gambardella, coordinatore nazionale Uilm per la siderurgia, e Simone Lucchetti, segretario generale Uilm Terni. Il sindacato spiega di voler “raccogliere la sfida del gruppo di Cremona per lo sviluppo industriale ed occupazionale di Ast”, a cui deve però “seguire la crescita del benessere complessivo dei lavoratori”. Secondo Gambardella e Lucchetti, “data la complessità degli investimenti e la realizzazione di determinate condizioni” è “imprescindibile un fattivo e concreto impegno delle istituzioni locali e nazionali nella riduzione dei tempi degli iter amministrativi legati ad autorizzazioni delle opere necessarie, a partire dall’ Accordo di Programma”. “Purtroppo – concludono – già in passato abbiamo constatato il freno della burocrazia allo sviluppo del Paese”.
Soddisfatta la Fiom
Le prime linee guida del piano industriale presentate dal gruppo Arvedi “indicano una credibile prospettiva di sviluppo e sostenibilità ambientale per Ast e l’ intero territorio ternano”. A dirlo sono in una nota congiunta Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia, e Alessandro Rampiconi, segretario generale Fiom-Cgil Terni. I due sindacalisti sottolineano che il piano industriale – che porterà, in due tempi, ad un nuovo assetto impiantico – una volta definito “sarà parte integrante di un più vasto accordo di programma che dovrà incentrarsi, in particolare, sui temi dell’ energia e della decarbonizzazione del processo produttivo attraverso il crescente ricorso all’ utilizzo dell’ idrogeno, in una logica di più generale sostenibilità territoriale e ambientale”. “In questo senso – sottolineano i rappresentanti della Fiom – è indispensabile che il Governo e le istituzioni locali svolgano una funzione non solo di coordinamento ma anche di messa a disposizione di reali opportunità e risorse coerenti con gli obiettivi che si definiranno nell’ accordo. Per quanto ci riguarda – concludono – questi obiettivi non possono prescindere anche da un vincolo di crescita e di qualità dell’ occupazione, delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori diretti e indiretti”.