ASSISI – Avrebbe compiuto trentuno anni il 30 novembre. Ma Fabrizio Catalano a casa, a Collegno, con la sua famiglia, mercoledì non c’era. Manca da undici anni. La sua storia, quella nota, finisce qui, in Umbria, ad Assisi. Il 16 luglio 2005 l’allora diciannovenne arriva nella città serafica, per frequentare la sessione estiva del corso quadriennale di Musicoterapia, prima della vacanza programmata in Calabria (per cui erano già stati acquistati i biglietti). Il 21 luglio Fabrizio non si presenta alle lezioni. Da quel momento non dà più notizie di sé. Al momento della scomparsa Fabrizio indossava una maglietta nera con la scritta ‘Creative’, pantaloni blu scuro e scarpe da tennis; occhi e capelli castani, altezza un metro e 67. Il 22 luglio alcuni effetti personali del ragazzo, un telefono cellulare (lasciato in carica) ed un paio di occhiali da vista (per lui indispensabili) vengono ritrovati nella sua abitazione (condivisa con tre compagne di studi). Due giorni più tardi la sua sacca bianca con portafogli e documenti, viene invece rinvenuta lungo il Sentiero di San Francesco (tra Assisi e Valfabbrica) all’altezza della zona San Nicolò. Una donna testimonia di averlo incontrato lì, proprio il 24 luglio, e di avergli offerto un momento di refrigerio. Una sua amica racconta di aver ricevuto una sua telefonata il 19 luglio. Secondo la ragazza, Fabrizio le disse di “aver trovato la strada con l’aiuto del Buon Signore”, forse, riferito al suo cammino spirituale. Una testimonianza che ha portato la madre, Caterina Migliazza a contattare circa trecento istituti religiosi (da cui non ha ottenuto altrettante risposte). Parte così per questa ‘mamma coraggio’ un percorso senza fine (ancora oggi). Non si arrende mai Caterina e, tra alti e bassi, continua a tenere attiva la grande macchina della ricerca. Partecipazioni a trasmissioni televisive, comunicati stampa, missive a realtà istituzionali, eventi, incontri, l’associazione Cercando Fabrizio, un libro (Cercando Fabrizio. Storia di un’attesa senza resa) e persino un premio letterario nazionale, Caro Fabrizio, ti racconto di un’attesa (giunto quest’anno alla III edizione). Tutto pur di tener alta l’attenzione sul caso perché, ovunque sia la speranza è che Fabrizio riesca a sentire la sua voce, quella della sua famiglia e quella degli amici che lo stanno aspettando.
“Fabrizio il 30 novembre compi trentuno anni, sono dodici compleanni che non festeggiamo insieme e undici che non abbiamo tue notizie. Mi verrebbe ancora da chiederti come stai ed è l’unica cosa che mi sta a cuore. Non mi importa sapere dove, con chi e come sei stato. Vorrei solo sentire quelle magiche parole dalla tua voce che mi dicono ‘mamma sto bene’. Fabrizio non so più cosa inventarmi”. (un estratto dell’appello di Caterina Migliazza durante la trasmissione Chi l’ha visto lo scorso 30 novembre).
Il libro Cercando Fabrizio. Storia di un’attesa senza resa – “Quando un figlio scompare non vi è nulla di naturale, non c’è ragione che tenga. Come in un fermo-immagine tutto si blocca, ricoperto dalla patina dell’angoscia”. Scritto a quattro mani da Caterina Migliazzo e Marilù Tomaciello, l’amica più cara di Fabrizio, il volume vede la prefazione di Federica Sciarelli, conduttrice della trasmissione Chi l’ha visto, e una postfazione di Don Luigi Ciotti di Libera. Nel libro sono descritti tutti i passi del ‘cammino verso Fabrizio’ e tutti i protagonisti di un’avventura dolorosa e costruttiva al tempo stesso. Un “diario delle emozioni”, come lo hanno definito le autrici, ricco di grande energia, coraggio e determinazione fino all’ultima pagina senza la parola fine. Ogni capitolo ha un titolo tratto dalle poesie scritte da Fabrizio.
L’associazione Cercando Fabrizio e… – Nasce per sostenere le persone che ‘aspettano un ritorno ’ e con lo scopo di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul grave problema degli scomparsi per ottenere strumenti e norme adeguate.