Piano strategico aziendale
Al centro dello stato di agitazione c’è l’attesa per il “Piano strategico aziendale di fronte alla crisi economica e sociale aggravata dal caro energia e la reinternalizzazione dei lavori dati in appalto durante la pandemia, ma sui quali davanti al Prefetto l’azienda si era impegnata a farli rientrare finita l’emergenza Covid”. Sul tavolo che i sindacati sperano di veder convocato dalla Mignini-Petrini anche la già citata “riduzione dei volumi produttivi. l’utilizzo obbligato di ferie imposto agli operai dell’azienda, mandando in negativo il saldo già dal mese di settembre, e indebolimento del commerciale causato dalle dimissioni di alcuni agenti addetti alle vendite in tutto il territorio nazionale che non sono stati sostituti”. Fermo restando lo stato di agitazione proclamato il 20 settembre, a cui si somma la disponibilità dei lavoratori a ulteriori iniziative, i sindacati chiedono ai vertici della Mignini-Petrini “che si ritorni a lavorare immediatamente il lunedì e il venerdì prossimi, con il relativo pagamento delle giornate non lavorate finora, dando anche immediatamente seguito all’incontro con le parti sociali, altrimenti – avvertono Flai-Cgil e Uila-Uil – metteremo in campo tutti gli strumenti necessari per salvaguardare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici del sito di Petrignano”.