ASSISI – «Gli artigiani hanno reso grande questo Paese nel corso della storia e le loro abilità continueranno a caratterizzare il made in Italy anche nel futuro tecnologico che ci attende».
È stata un’iniziativa celebrativa della manualità quella organizzata ieri (26/09/2016, ndr) da Cna Umbria al teatro Lyrick di Assisi per dare avvio ai festeggiamenti in onore del 70° anniversario della sua fondazione. In un teatro strapieno di imprese, autorità e ospiti (circa duemila persone, di cui la metà costrette a rimanere fuori), la serata ha reso omaggio alle botteghe rinascimentali, ai saperi e alle abilità nate in quelle fucine di creatività e tuttora patrimonio delle tante imprese artigiane italiane, nella convinzione che questi elementi saranno fondamentali anche nel pieno della quarta rivoluzione industriale, quando assisteremo all’ingresso massiccio dei robot nei processi produttivi.
A discuterne sul palco, coordinati dal vice direttore del Tg3 Giuliano Giubilei, molti ospiti d’eccezione: dallo storico dell’arte Philippe Daverio al fotografo Oliviero Toscani, dall’imprenditore del cachemire Brunello Cucinelli alla presidente della giunta regionale dell’Umbria, Catiuscia Marini. A fare gli onori di casa il presidente nazionale della Cna, Daniele Vaccarino, e il presidente regionale Renato Cesca.
“Oggi – esordisce Renato Cesca – nell’era del dominio incontrastato della tecnologia che innova continuamente i processi produttivi nelle imprese, rivoluziona i sistemi di comunicazione tra le persone influenzandone gli stili di vita, modificandone i bisogni e i desideri, ci stiamo sempre più rendendo conto dell’importanza fondamentale del capitale umano. Per dominare le tecnologie servono le competenze e anche nel futuro saranno le persone con i loro talenti a determinare il successo o l’insuccesso di imprese, istituzioni, pubbliche amministrazioni, partiti, associazioni”.
L’evoluzione continua della figura dell’artigiano nel periodo umanistico rinascimentale, per Cesca è tuttora in corso. “Anche oggi gli artigiani e le loro imprese continuano a trasformarsi. Alla manualità iniziale hanno aggiunto la tecnologia e la contaminazione con altre figure professionali, hanno diversificato prodotti e mercati di sbocco, sono cresciute nei numeri ed alcune anche nelle dimensioni. Anche nella crisi gli artigiani hanno continuato a lavorare, stringendo sinergie con medie imprese, designer, architetti, ingegneri, esperti di marketing e digitale. Negli ultimi anni capita sempre più spesso di trovare molti laureati tra gli artigiani. Ma non possiamo negare che proprio mentre l’Italia diventava uno dei principali paesi manifatturieri al mondo, la cultura imperante nel nostro paese ha iniziato a disprezzare la manualità, relegandola in una posizione marginale nella società. Oggi però le cose stanno cambiando, assistiamo ad un ritorno ad alcuni mestieri anche come scelta di vita, per il desiderio di creare qualcosa di proprio”.
“Tutti sappiamo che dopo aver imparato a convivere con il computer e con il digitale l’uomo dovrà imparare a farlo anche con i robot. Pur sapendo che in Italia servono più ricerca e più scienza, riteniamo che la strada da percorrere per avere risultati importanti nel breve periodo anche sul versante della creazione di posti di lavoro, sia quella di favorire la contaminazione tra le conoscenze manuali e le conoscenze teoriche e digitali. Ecco perché oggi avanziamo due proposte: la prima chiedendo la predisposizione di strumenti specifici per un ‘artigianato 4.0’ che consentano anche alle imprese artigiane di stare al passo con l’evoluzione tecnologica; dall’altra l’istituzione di un’‘accademia della manualità’ dove imparare un mestiere, aperta anche a chi frequenta le scuole superiori o l’università, affinché le diverse competenze si contaminino fra loro, qualificando il made in Italy del futuro. Un futuro – conclude Cesca – che sarà di chi avrà il coraggio di sperimentare e saprà reinventarsi, di menti visionarie che riusciranno ad intercettarlo e renderlo reale ”.